Tempo di lettura: 2 Minuti

Scuola vecchia? La Fedeli dice no!

Scuola vecchia? La Fedeli dice no!

Il Ministro dell’istruzione dice no all’idea di una scuola vecchia e tenta di fare qualche riforma per cambiarla, dalla statistica alla cittadinanza.

Tutti i misteri sulla nascita di Telegram
Perché l’audio 8D è pazzesco
Infermieri o assistenti sociali: date un’occhiata!

Il Ministro dell’istruzione dice no all’idea di una scuola vecchia e tenta di fare qualche riforma per cambiarla, dalla statistica alla cittadinanza.

Qualche giorno fa avevamo parlato del Ministro Fedeli e dell’importanza data all’educazione civica a scuola. O meglio, dell’importanza che dovrebbe avere, visti anche tutti gli avvenimenti decisamente strani degli ultimi tempi. (Guardate qui). Bene, oggi parliamo di altre idee, quelle per migliorare la cosiddetta ” scuola vecchia ” italiana, che non si avvicina per niente a quella europea.

C’è un comitato, indetto dal Ministro Fedeli che ha il compito di svecchiare la scuola e di renderla il più possibile adatta ai nostri giorni. La richiesta del Ministro è stata chiara, devono essere inserite materie che possano far davvero crescere i nostri bambini, dalla Costituzione alla statistica passando per l’inglese e per la sostenibilità.

So cosa state pensando, anche noi dovevamo studiare la Costituzione, opzione introdotta dalla Riforma Gelmini ma non si tratta solo di quello. La nuova educazione civica riguarda l’essere cittadini, quindi anche l’educazione al patrimonio artistico e a quello ambientale. Insieme alla cittadinanza bisogna dare più spazio al Novecento, quella parte della storia che si accantona sempre perché “non ci si arriva mai”. Un periodo della storia che dovrebbe invece essere studiato a fondo e non tenuto per la fine, quando nessuno ha più voglia di studiare e gli esami si avvicinano.

Allo stesso modo, per andare un po’ al passo con l’Europa, potrebbero essere introdotte nuove discipline scientifiche, come la statistica. Una materia che negli altri paesi è parte del curriculum, mentre da noi si tocca forse in quinta superiore, se non all’università. E poi le lingue, punto cardine (finalmente) di questa piccola riforma che dovrebbe aiutare non solo il futuro dei ragazzi italiani, ma l’integrazione nelle classi.

Vediamo cosa succederà, d’altronde il 4 marzo è più vicino che mai.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0