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Sit-in davanti al MIUR perché i soldi non arrivano

Sit-in davanti al MIUR perché i soldi non arrivano

I fondi destinati al bando Social Innovation di tre anni sono dei fantasmi. Ora i ricercatori coinvolti nel progetto si fanno sentire. Sono 100 e sono

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I fondi destinati al bando Social Innovation di tre anni sono dei fantasmi. Ora i ricercatori coinvolti nel progetto si fanno sentire.

Sono 100 e sono arrabbiati. I ricercatori siciliani che parteciparono al bando MIUR ‘Social Innovation’ sono partiti da Palermo verso Roma per protestare contro l’ennesima incongruenza burocratica italiana. Questi ragazzi si sono trovati senza i pagamenti dovuti per saldare i debiti con fornitori e banche che hanno contribuito alla realizzazione dei progetti approvati proprio dal Ministero dell’Istruzione.

Si tratta di progetti che hanno debiti anche di 70 mila euro” hanno detto; e ancora: “I giovani non hanno solo dovuto subire un ritardo nei pagamenti ma hanno anche dovuto rinunciare alla proprietà intellettuale dei loro lavori, pena la revoca dei finanziamenti“. Ebbene sì, i ricercatori coinvolti si sono sentiti chiedere di rinunciare ai diritti degli eventuali risultati ottenuti durante i progetti. Questo significa che il MIUR è il proprietario di tutto ciò che questi ragazzi hanno ottenuto con lavoro e fatica.

I progetti promossi dal bando sono principalmente quattro: City Free, TrafficO2, Risorse di Sicilia e Muovity e risalgono a tre anni fa. I ragazzi hanno sborsato di tasca propria i soldi necessari che non arrivavano dallo Stato per portare avanti ciò in cui credono. Ora chiedono correttezza e riconoscimento dei sacrifici.

Cosa bisogna fare per migliorare la situazione della ricerca italiana? E soprattutto: quale organo bisogna donare per far sì che la burocrazia di questo Stato difettoso diventi in qualche modo funzionale? Dateci una risposta.

Di Giulia Pezzullo

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