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Si guadagna di più nelle scuole “difficili”

Si guadagna di più nelle scuole “difficili”

Regione Piemonte: lo stipendio è più alto per i presidi che lavorano in scuole “a rischio”. Di Silvia Carletti Attenzione attenzione, dal prossimo Set

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Regione Piemonte: lo stipendio è più alto per i presidi che lavorano in scuole “a rischio”.

Di Silvia Carletti

Attenzione attenzione, dal prossimo Settembre in Piemonte ci saranno nuovi parametri da rispettare per il pagamento dei dirigenti scolastici

L’Ufficio scolastico regionale ha stabilito che a influenzare lo stipendio dei presidi sarà il contesto “territoriale” (dunque sociale) in cui esercitano la loro funzione.

Favorito chi lavora in scuole “rischiose”, dove l’affluenza di stranieri, tra i quali vanno contati i rom, e di ragazzi disabili e con problematiche è il primo criterio da rispettare in base all’assegnazione dello stipendio.

Giustamente chi lavora a contatto con realtà difficili necessita un sostegno maggiore da parte della Regione, ma c’è anche da dire che intervengono altri parametri a qualificare la scuola: ad esempio, il numero di laboratori presenti nell’edificio e le sedi della scuola stessa. “Vincono” in questo modo gli istituti più grandi e con maggior bacino d’utenza: in Piemonte ai primi posti ci sono due alberghieri, il Beccari di Torino e il Prever di Pinerolo, quest’ultimo primo in tutta la regione per numero di cattedre, ben 186 totali.

Per quanto riguarda la percentuale di stranieri invece si piazzano l’istituto comprensivo Torino 2 e la primaria Aristide Gabelli con il 60% di alunni extracomunitari. Scendendo la classifica verso il basso si giunge ai nomi delle scuole “più facili” da gestire, per quanto una scuola possa esserlo: il Convitto Carlo Alberto di Novara, l’Einaudi di Domodossola, il classico D’Azeglio, l’istituto Dalla Chiesa di Vogogna.

I “perdenti” della lunga lista regionale sono proprio questi, licei e istituti che per il numero ristretto di studenti (non più di 350 ciascuno per tutti quelli prima citati) non vengono considerati poi così complicati, o almeno non come quelle scuole che lavorano su più sedi, con più dipendenti, e quindi con più “teste” da mettere d’accordo. Il progetto della Regione però non trova ancora compimento per quanto riguarda le cifre da stabilirsi secondo quattro fasce diverse a cui corrispondono altrettanti livelli di bonus, ossia di incrementi economici, che possono variare dai 6mila ai 13mila euro l’anno, quote niente affatto banali o trascurabili.

Di Silvia Carletti

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