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Piemonte, facci capire: le scuole sono state riaperte o no?

Piemonte, facci capire: le scuole sono state riaperte o no?

Oggi, per effetto di un progetto pilota, hanno riaperto alcune scuole elementari in Piemonte. Ah no? Cerchiamo di capire cosa è successo va. Per la s

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Oggi, per effetto di un progetto pilota, hanno riaperto alcune scuole elementari in Piemonte. Ah no? Cerchiamo di capire cosa è successo va.

Per la stragrande maggioranza degli studenti italiani la scuola quest’anno è finita già da un pezzo. A tenere banco, però, ci sono ancora le incerte modalità con le quali i ragazzi rientreranno in classe a settembre (se rientreranno), motivo per cui diversi istituti della penisola sono già tornati al lavoro. In Piemonte, per esempio, è successo qualcosa di strano.

La Regione ha deciso di dare il via ad un progetto pilota che sarebbe dovuto partire oggi nei comuni di Borgosesia, Varallo Sesia e Quarona (Vercelli) e che avrebbe dovuto dare un’idea di come funzioneranno le scuole in quella che gli esperti hanno già battezzato Fase 3.

Era stato studiato tutto nei minimi dettagli, dalle mascherine per tutti gli insegnanti fino ad arrivare ai test sierologici per genitori e assistenti, passando per la tanto chiacchierata distanza di sicurezza tra gli alunni, i professori e compagnia cantante. Erano stati persino stabiliti intervalli regolari per il lavaggio delle mani (una volta all’ora) e per l’arieggiamento delle aule (10 minuti ogni 60).

Insomma sembrava essere tutto pronto per l’inizio di un lento ritorno alla normalità. E poco importa se l’iniziativa era stata progettata soprattutto per offrire ai genitori tornati al lavoro un servizio baby-sitting sicuro e gratuito; era comunque una prima simulazione del rientro in classe post-pandemia.

Era, perché questa mattina, a poche ore dal suono della campanella, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha bloccato tutto, facendo notare come il progetto pilota piemontese violi secondo lei tutte o quasi le norme attualmente in essere. Il sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani però non ha mollato e ha comunque accolto una decina di bambini nella palestra e nella ludoteca del Palazzo Comunale.

Da lì si è poi scagliato contro il Ministero, accusandolo di mettere i bastoni tra le ruote alla pubblica amministrazione locale, che a suo parere non ha mai fatto mancare risposte. D’altro canto non gli si può dire niente, visto che l’iniziativa in questione prevedeva norme igienico-sanitarie molto rigide.

Norme che a quanto pare non hanno convinto al 100% la Azzolina. Ma a questo punto ci chiediamo, se non l’hanno convinta gli ingressi e le uscite scaglionati, la sanificazione quotidiana dei locali, uno spazio di 4-5 metri quadrati tra uno studente e l’altro e una misurazione costante della temperatura, significa che il Ministero è molto prudente? O ha semplicemente troppa paura di mettersi in gioco?

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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