Vi siete mai chiesti dove finiscano i famosi "fondi" stanziati per le Attività Culturali?-le tasse che pagate ogni anno? Esattamente sul "fondo" di un
Vi siete mai chiesti dove finiscano i famosi “fondi” stanziati per le Attività Culturali?-le tasse che pagate ogni anno? Esattamente sul “fondo” di un baratro.
L’anno accademico non fa in tempo ad iniziare che i fondi sono già prosciugati: come possono organizzare una mostra ed una conferenza di mezza giornata, e aver già finito i soldi?
Il Link Coordinamento Universitario ha voluto approfondire la questione all’ Università di Napoli Federico II dove il fondo previsto per attività culturali e sociali è pari a €390.000.
Una bella cifra! Talmente bella che link ha fatto richiesta per una rendicontazione al Consiglio degli studenti di Ateneo: ancora stanno aspettando una risposta.
Non si sono dati per vinti ed hanno richiesto di accedere agli atti ufficiali: hanno avuto così modo di analizzare le rendicontazioni degli ultimi tre anni.
Ne è scaturito che i progetti approvati sono stati 60 e sostanzialmente erano sempre convegni, conferenze, corsi di formazione e giornali universitari, il tutto sotto la gestione della Confederazione degli studenti, che racchiude in sé la maggior parte della rappresentanza studentesca.
Tra i progetti approvati, che tendono a ripetersi di anno in anno, ci sono delle evidenti spese dubbie: ad esempio prendiamo l’UMF, “University Music Festival” costato €90.000, a fronte di un tetto massimo di €15.000 per ogni attività. Come è possibile? Non solo, nella documentazione relativa quest’evento, non è chiara la quantità dei ricavi totali, né la loro destinazione.
Escludendo i 90mila dell’UMF, il costo di tutti gli altri progetti ammonta ad una somma pari a €174.487: insomma questa Confederazione studentesca è una vera e propria realtà imprenditoriale!
L’aspetto veramente curioso è che la maggior parte del denaro si giustifica dietro costi tipografici: nell’era telematica? quando si parla da un capo all’altro del mondo con un click? Dai!
Il progetto “Terra Nostra” dell’associazione Giovani Menti prevedeva seminari per ragazzi e la costruzione di siti di smaltimento per pile, toner e altri materiali, vicino all’università. Solo in spese tipografiche hanno investito €6.124. Alla faccia del riciclare!
Il “Corso cultura d’impresa” prevedeva degli incontri con giovani di spicco di Confindustria, per un totale di €11.984: anche qui la tipografia sembra essere stata il macigno più grande, con i suoi €9.908.
Insomma siamo davanti a continui tagli all’università, che provocano un vertiginoso aumento delle tasse: dovremmo pretendere una gestione più trasparente e degli organi, all’interno delle associazioni studentesche, meno legati a logiche clientelari e lobby di potere.
Che sia Napoli, Roma o Milano, anche se su scala ridotta la storia si ripete sempre.
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