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Danimarca: il caso dell’istituto che separa le classi

Danimarca: il caso dell’istituto che separa le classi

Classi diverse per i bambini danesi, i rifugiati e i figli degli stranieri. L’inizio della Scuola si sa, porta sempre con sé delle nuove evoluzioni, m

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Classi diverse per i bambini danesi, i rifugiati e i figli degli stranieri.

L’inizio della Scuola si sa, porta sempre con sé delle nuove evoluzioni, ma questa volta in Danimarca più che di progresso è forse il caso di parlare di regressione.

A dare la notizia il quotidiano danese Jyllands Posten che, fra le sue pagine, ha lasciato emergere il preoccupante caso dell’istituto di Aarhus.

Se per la maggior parte degli istituti uno degli obiettivi primari sembra esser diventato l’integrazione dei figli dei migranti che ogni anno arrivano sempre più numerosi nelle classi, gli sforzi di questa scuola invece sembrano essersi concentrati su una poca ortodossa separazione e differenziazione. Questa nuova politica è stata prontamente denunciata dalle varie associazioni umanitarie che hanno fatto leva sulla

dubbia legalità di questo modus operandi che prevede una distinzione per classi sulla base dell’appartenenza etnica dei bambini.

Non è certo la prima volta che si sente parlare di corsi separati per i figli dei migranti, già molte nazioni hanno sfruttato questo procedimento al fine di velocizzare il loro apprendimento o intensificare l’esercizio della lingua, così da facilitare un più rapido inserimento nelle classi “standard”. Ciò che sembra quindi stonare con il concetto di buona scuola è la motivazione alla base: garantire ai bambini una classe in cui i compagni appartenenti a un’etnia differente non superino di numero di quelli danesi.

Ma per loro hanno voluto fare di più: non solo non avranno dei rifugiati per compagni, ma solo gli “originali” avranno accesso alle classi, la porta verrà chiusa infatti anche ai figli degli stranieri che sono nati e cresciuti in Danimarca.

Il caso dell’istituto di Aarhus rimane fortunatamente un’eccezione e non la regola, una scelta che il preside della scuola ha giustificato come quasi obbligata per non perdere le iscrizioni degli studenti danesi a causa del diffondersi di una mentalità che non vede di buon occhio l’immigrazione e l’integrazione.

Ho il dubbio che coloro che si sono schierati a favore della causa, si siano addormentati o distratti durante l’ora di letteratura inglese e abbiano preso in parola la frase di Orwell che recita: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”.

Di Laura Messedaglia

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