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Un ricordo dell’11 settembre: “The falling man”

Un ricordo dell’11 settembre: “The falling man”

Una delle foto più significative ed emozionali di un giorno buio. La storia dell’uomo che si lanciò dal World Trade Center è ancora oggi la chiave di

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Una delle foto più significative ed emozionali di un giorno buio. La storia dell’uomo che si lanciò dal World Trade Center è ancora oggi la chiave di lettura di un evento chiave del nostro secolo.

15 anni fa, e noi siamo ancora qui a ricordare, raccontare, ma soprattutto riflettere. Ed è giusto che sia così, dato che le nostre vite, da quell’11 settembre 2001, sono cambiate totalmente da come sarebbero potute essere, anche se non ve ne siete mai accorti.

Una volta un mio amico mi chiese di elencare una serie di date storiche per ordine di importanza a livello socio- culturale. Ecco, questa non era presente, ma se ci fosse stata l’avrei inserita come la seconda, se non la prima, dal dopoguerra a oggi.
Terrorismo, Islam, integralismo, religione, tutto ha assunto un tono diverso, qualcosa è andato non solo storto, ma semplicemente peggio. Pensiamo di vivere in pace, ma poi proprio pace non è, è uno stato di ansia perenne, della serie: non c’è la guerra sul mio territorio, ma un dramma con forme diverse e imprevedibili.

Il dramma, appunto, è ciò che un uomo visse, insieme ad altre migliaia, incastrato in una delle due torri che cadeva inesorabilmente al suolo, abbattuto dalla mano sempre più visibile di un nemico dell’occidente: “L’uomo che cade”, nella sua traduzione italiana, venne scattato da Richard Drew, fotoreporter dell’agenzia AP, alle 9.42 di quella maledetta mattina. Alzò gli occhi al cielo e vide quell’uomo precipitare nel vuoto a testa in giù, ultimo disperato tentativo di salvarsi dall’inferno di grattacielo che spariva nella polvere. Quest’uomo non ha ancora oggi un nome o un volto, ma allo stesso modo, complice il segreto della sua identità, è diventato un simbolo indelebile, che qui, 15 anni dopo, noi andiamo a ricordare.

Di Umberto Scifoni

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