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Quando potremmo andare via di casa ?

Quando potremmo andare via di casa ?

Recenti indagini sottolineano come gli stipendi dei giovani tra i 18 e i 34 anni non siano sufficienti per andare a vivere da soli. Lavorare è spesso

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Recenti indagini sottolineano come gli stipendi dei giovani tra i 18 e i 34 anni non siano sufficienti per andare a vivere da soli.

Lavorare è spesso sinonimo di autonomia, ma secondo un’indagine riportata da “infoData” (portale di statistica del “Il Sole 24 ore” che analizza i dati dell’ISTAT), malgrado un giovane su tre compreso tra i 18 e i 34, abbia un lavoro, quest’ultimo rimane a vivere in casa con i propri genitori.

Allora sorge spontanea la domanda: perché l’occupazione non consente loro di uscire di casa?

Molte volte sono sottopagati oppure, perché i loro contratti non hanno una durata sufficiente per potersi garantire un po’ di stabilità economica. Sono assenti anche tutti i tipi di sussidi statali erogati in diversi paesi europei per favorire l’autonomia delle nuove generazioni.

Un altro motivo può essere legato al fatto che molti ragazzi in quella fascia di età sono studenti che alternano lo studio al lavoro, in particolar modo per pagarsi gli studi ed evitare che le spese necessarie a portare avanti la propria carriera universitaria gravino in maniera esagerata sulle finanze dei genitori. Ecco che i soldi guadagnati non bastano più per andare a vivere da soli.

I primi stipendi, anche per chi esce dall’università con la laurea in mano, scendono sotto qualsiasi standard UE. Si tratta di cifre irrisorie che non sono sufficienti per coprire il costo della vita in città come Milano o Roma.

Se si guarda al resto d’Europa, le tendenze sono molto diverse e si spiega perché in Danimarca o in Olanda i giovani che restano a casa fino ai 30 anni non siano più di 2 casi su 10.

In Danimarca, gli studenti che vivono da soli possono richiedere un sussidio di circa 400 euro. Nei Paesi Bassi a livello universitario invece le tasse possono essere pagate in rate mensili da 190 euro, coperte in parte dai 156 euro che fanno parte dei finanziamenti per gli universitari.

Paragonare paesi nord europei, economicamente forti, con l’Italia che è reduce da una crisi economica di notevoli dimensioni, non è poi così corretto, però bisogna cercare di guardare sempre ai migliori per andare in contro ai problemi reali di tutti i giorni.

#FacceCaso

Di Gianmarco Saulli

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