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Finchè esisteranno personaggi del genere, la scuola italiana andrà a rotoli

Una vergognosa vicenda ha visto protagonista l'Istituto industriale F. Saveri di Padova. Ecco qui lo sfogo della preside. #FacceCaso. Oggi voglio racc

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Una vergognosa vicenda ha visto protagonista l’Istituto industriale F. Saveri di Padova. Ecco qui lo sfogo della preside. #FacceCaso.

Oggi voglio raccontarvi una storia che ha dell’assurdo.

La preside dell’Istituto industriale F. Severi di Padova, Nadia Vidale, ha scritto una lettera al titolare della cattedra di Diritto in congedo da inizio anno che ha deciso di rientrare a scuola solo per un giorno, giusto il tempo si interrompere la supplenza e vantare una nuova richiesta di congedo.

Ecco qui le parole della preside:

“Egregio professore.
lei ha avuto la sorte fortunata – tale ha da ritenersi, nella difficile contingenza economica attuale – di avere ottenuto recentemente un posto di lavoro statale: insegnante di Diritto in una bella e grande scuola di una città importante. Data la sua età, forse non se l’aspettava, questa sorpresa. Ma penso che l’abbia gradita, perché ha accettato la proposta. Un motivo familiare, tuttavia – così si è espresso di fronte agli studenti della nostra classe prima, il 23 dicembre scorso – le aveva impedito di assumere servizio. Dal 12 settembre 2016 (primo giorno di scuola), infatti, lei era assente e noi ci siamo impegnati, con mille difficoltà, per trovarle un sostituto. Lei forse non sa, non avendo, nonostante l’età, alcuna esperienza di scuola, che trovare un supplente è difficilissimo: nel suo caso, ci siamo riusciti, finalmente, il 2 dicembre. Abbiamo anche noi avuto una fortuna: quella di trovare una giovane docente, entusiasta e coinvolgente. Gli studenti erano contenti, i genitori confortati.

Ma l’ho licenziata il 22 dicembre: in obbedienza al suo superiore diritto di occupare quel posto, in quanto docente titolare. E, finalmente, il 23 dicembre, il giorno prima delle vacanze di Natale, lei si è presentato alle classi. Professore, io mi impegno a trasmettere le sue parole ai ragazzi e ai loro genitori che, insieme a me, si chiedono: cosa è venuto a fare? Poche oro dopo l’ingresso nella scuola, presentava ll’ufficio personale una nuova richiesta di congedo, stavolta dal 9 gennaio 2017.

Noi non ci siamo persi d’animo: la tenacia è una delle virtù della scuola italiana, bellisma e disgraziata. Abbiamo ricominciato, durante le vacanze di Natale, a cercare un nuovo supplente. Perché, come lei – che insegna Diritto – sa bene, non si può richiamare il supplente precedente, per bravo che sia, se il periodo di assenza è stato interrotto dal rientro del titolare, pur se per un giorno soltanto.

I ragazzi avevano trovato un’insegnante volenterosa e capace, contenta di far loro da guida nel cammino. Lei, professore, è stato qui un solo giorno, per sparire subito. Gli studenti e i loro genitori vorrebbero ora dare almeno un senso al danno ingiusto che hanno subito: nessun insegnante per settimane, poi finalmente un docente bravo, poi finalmente il titolare, poi di nuovo chissà… Ma purtroppo, professore, io non trovo le parole per spiegare: vuole dirlo lei, per favore? Cosa ci è venuto a fare, nella nostra scuola, il 23 dicembre?”. #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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