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Settore orafo in crisi: i giovani si rifiutano di fare gli artigiani

Speriamo che da qui a breve le cose cambino, così decisamente non va. #FacceCaso. Ma se in Svizzera gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni frequentano l

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Speriamo che da qui a breve le cose cambino, così decisamente non va. #FacceCaso.

Ma se in Svizzera gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni frequentano le aziende di orologi, perché qui da noi non succede lo stesso? È quello che si chiedono un centinaio di imprenditori intervistati in occasione di VicenzaOro, tra il 20 e il 25 gennaio scorso. Entro dieci anni, se continua a non esserci ricambio generazionale, il mestiere dell’orafo potrebbe scomparire per sempre dal nostro paese.

Le cause? Una delle principali è sicuramente l’assenza di una cultura di formazione nel settore manifatturiero. “È la politica che deve fare qualcosa per loro. Nella mia azienda, che ha sede a Valenza Po, ho assunto disegnatori, orefici bravissimi, e altri ne ho formati nella mia piccola scuola interna. Sono ragazzi che hanno veramente la voglia e l’entusiasmo di imparare questo mestiere” ha spiegato Pasquale Bruni, imprenditore.

Assurdo pensare che la maggior parte dell’export orafo italiano proviene dai distretti. Vicenza per esempio, nell’ultimo anno ha esportato gioielleria e bijou per un valore di 974 miliardi, Arezzo 1,3 miliardi e Alessandria per 1,1. “C’è un’assenza della scuola tecnica manifatturiera dell’ambito giovanile” ci tiene a sottolineare Giuseppe Gullo, amministratore delegato della Stefan Hafner. Speriamo che da qui a breve le cose cambino, perché così decisamente non va. #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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