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All’Università di Firenze scatta la protesta contro il numero chiuso

All’Università di Firenze scatta la protesta contro il numero chiuso

Gli studenti di Uni Firenze non ci stanno e per questo motivo il 26 maggio, durante il consiglio di amministrazione, protesteranno. #FacceCaso. Nel S

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Gli studenti di Uni Firenze non ci stanno e per questo motivo il 26 maggio, durante il consiglio di amministrazione, protesteranno. #FacceCaso.

Nel Senato accademico del 10 maggio, l’Università di Firenze introduce il numero chiuso nei corsi di studio di scienze farmaceutiche applicate-controllo qualità (150 posti) e scienze dell’educazione e della formazione (500 posti).

“È stata approvata l’introduzione della frequenza obbligatoria per i corsi di dietetica e scienze delle professioni sanitarie della prevenzione”.

Respinta “l’abolizione della frequenza obbligatoria di diversi corsi di studio della scuola di studi umanistici e della formazione. Smentendo la commissione didattica che aveva votato a favore”.

L’Udu Firenze non ci sta e attacca. “Questi provvedimenti sono stati giustificati come necessari in vista della visita dell’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca. Avverrà nel novembre 2008.

“Sarebbe rischioso per l’Università di Firenze farsi trovare impreparata per questo appuntamento, intervenendo troppo incisivamente sui regolamenti didattici. Senza avere le strutture adeguate per ospitare gli studenti”.

Gli studenti sono “stanchi di vedere che, in nome della retorica della contingenza, del dobbiamo guardare in faccia la realtà. Il diritto allo studio venga costantemente messo in pericolo dalla mancanza di volontà e di lungimiranza nell’affrontare questi problemi”.

Gli studenti non ci stanno e per questo motivo il 26 maggio, durante il consiglio di amministrazione, protesteranno. “Saremo fuori dal rettorato per protestare il nostro dissenso nei confronti delle delibere approvate. Continuando a batterci per un’Università pubblica, libera, laica ed aperta a tutti”. #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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