La storia Blue Whale delle Iene non è una novità, ma solo dopo l'inchiesta si è diffusa in Italia. Ma la vicenda è abbastanza datata… trattasi di Fake
La storia Blue Whale delle Iene non è una novità, ma solo dopo l’inchiesta si è diffusa in Italia. Ma la vicenda è abbastanza datata… trattasi di Fake news?
Matteo Viviani, Iena di punta del programma, ha scatenato un putiferio con il servizio sulla Blue Whale.
Nell’ultima settimana questi 30 minuti di inchiesta hanno scatenato l’interesse e la costernazione di tutto il popolo italiano social.
Persone sconvolte dal procedimento, indignate per gli autori del gioco e molti davvero scioccati dal video.
Suicidi su suicidi, che risalgono a questo schema di gioco che si identifica con la balena azzurra. Secondo i meccanismi mostrati è il percorso di un gioco online a tappe. I ragazzi sarebbero spinti volontariamente a giocare da alcuni autori, trasformandoli in deboli e depressi, fino al punto di concludere il tutto con un suicidio.
Tanti filmati ripresi sulla rete mostrano infatti questi ragazzi gettarsi dai palazzi, senza apparente motivo.
Le Iene hanno ricollegato la morte di un ragazzo a Livorno, gettatosi da un palazzo, con gli oltre 150 presunti casi avvenuti in Russia, raccontati da genitori e programmi tv locali.
In aggiunta al tutto è venuta fuori la notizia dell’arresto di Philiph Budeikin, ragazzo russo colpevole di aver inventato tale “gioco”.
Ora la Blue Whale è sulla bocca di tutti, simbolo dell’internet cattivo, ma a quanto è emerso da alcune ricerche approfondite, nella storia raccontata come recente c’è qualcosa che non torna.
Le tematiche delle “regole” horror sono state riprese nel film “Nerve”, uscito lo scorso anno, e da qui si è innescata una situazione di realtà/leggenda metropolitana. Infatti di chiaro e certo in tutto ciò che si racconta c’è ben poco, ma pare più un caso montato su finta psicosi.
Blue Whale nasce come “creepypasta”, ossia atto di copiare e incollare un testo per diffonderlo nei forum, nelle modalità delle storie del terrore da campeggio, e infatti il primo contatto avverrebbe nei forum dedicati, scrivendo un messaggio: #f57. A quel punto ci sarebbe il contatto col master, colui che lancia le regole minacciando di avere informazioni personali sulla vittima. Il percorso, se avete visto il servizio, lo conoscete tutti.
Lenta.ru, sito di informazione russo, ha però scoperto come la maggior parte di questi gruppi siano nati solo con l’intento di far decollare il numero di iscritti. Far salire il valore commerciale lo scopo, non con un fine mortifero, e infatti i numeri mostrati nel servizio, il lasso temporale e il presunto inventore, non coincidono.
Rina Palenkova, vittima presa a esempio dalla maggior parte dei media, è stata usata come mito di partenza. Lo stesso Budeikin, “inventore”, è stato arrestato oltre un anno fa, non in questi giorni, e avrebbe confessato dei suicidi di 17 persone, ma non tutti accertati neanche dall’indagine in corso.
Quindi questo non ha fonti veritiere, ma sembra più un esempio di notizia presa dal web, estrapolata e inserita in un insieme di fonti confuse e contraddittorie. Il meccanismo si avvolge in un alone di mistero, come le storie di fantasmi, e quello che fino a due settimane fa era considerato un mito di internet, è stato trasformato in problema reale.
Ma allora cosa c’è di vero dietro? Sfruttamento commerciale di una storia trasformata in cronaca, o leggenda metropolitana con poche basi solide?
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