La ricerca di un tirocinio sembra essere un punto cruciale per i ragazzi della Generazione Z. Stamattina scrollando la home di Facebook ho visto che
La ricerca di un tirocinio sembra essere un punto cruciale per i ragazzi della Generazione Z.
Stamattina scrollando la home di Facebook ho visto che una mia amica nonché collega di tirocinio mi aveva taggato in un articolo, dove si spiegava che i ragazzi della generazione Z che guarda caso siamo proprio noi, nati tra il ’95 e il ’99 farebbero di tutto per trovare lavoro, anche un tirocinio senza essere retribuiti. Mi ha fatto uscire un sorriso, perché effettivamente noi al tirocinio veniamo pagati al massimo in bottigliette d’acqua.
È vero che scegliamo molto spesso la facoltà o ancora di più l’università in base alle opportunità lavorative. È vero anche che è importante raccogliere quante più esperienze possibili durante il proprio corso di studi per essere estremamente competitivi un domani. Il punto è proprio questo, va bene anche non essere pagati.
È impresso nella mentalità di qualsiasi studente che trovare un tirocinio è un trampolino di lancio e
l’83% dei ragazzi dichiara di essere disponibile ad accettare un lavoro non retribuito dopo la laurea nel momento in cui non riescono a trovare un’opportunità “economicamente conveniente”.
Allo stesso modo, più o meno la stessa percentuale dichiara di essere disponibile a spostarsi per lavorare, e lo sappiamo.
Anche se le startup rimangono di grande attrattiva per i ragazzi, la maggior parte dei laureati vuole lavorare in una multinazionale o in una grande azienda e ci troviamo di fronte circa al 29% degli intervistati. Dall’altra parte molti neoassunti dichiarano di voler rimanere col loro primo datore di lavoro!
Siamo disposti a tutto quindi, e ve lo dico con sicurezza perché lo sono anche io e non vi dico quanto è stato difficile spiegare a mia nonna, fiera abitante di un paesino di campagna, che sto lavorando senza pagare.
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