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Interaction Design: quando la tesi di laurea è un’app

Interaction Design: quando la tesi di laurea è un’app

Allo Ied di Milano si impara un sapere pratico. Più o meno tutti gli studenti di Interaction Design, finita la triennale, iniziano a lavorare da subit

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Allo Ied di Milano si impara un sapere pratico. Più o meno tutti gli studenti di Interaction Design, finita la triennale, iniziano a lavorare da subito. #FacceCaso.

Al corso di laurea di Interaction Design dello Ied la tesi non è un progetto scritto carta rilegata, ma un’app già caricata sugli store Apple e Android. “Era uno dei requisiti per potersi laureare: se Apple avesse rigettato l’app, non sarebbero potuti venire qui a discutere il progetto di tesi”.
Spiega uno dei professori del corso, nonché programmatore, Luca Infante.

“Più o meno tutti gli studenti, finita la triennale, iniziano a lavorare da subito come freelance. Assunti da aziende software o agenzie di comunicazione a cui servono sviluppatori”. Continua Infante.

Allo Ied si impara un sapere pratico. “Noi partiamo sempre dicendo che non serve avere una conoscenza pregressa. Possono anche arrivare ragazzi usciti dal liceo classico. Per iniziare un corso come il nostro serve una conoscenza minima di uso del computer, che tutti hanno, e tanta voglia di fare. Li portiamo noi docenti a conoscere gradualmente il nostro mondo”. Spiega Infante.

Si parte dalla teoria su arte, design, concezione del colore, sociologia, ed introduzione alla programmazione. Fino ad arrivare, entro la metà del primo anno, a mettere in piedi un videogioco 2D.

Nei due anni seguenti si impareranno le basi di html, CSS, Javascript, la programmazione nativa di iOS e Android ed accenni all’intelligenza artificiale dei chatbot.

“L’obiettivo del corso è insegnare il metodo e l’approccio la programmazioni, di modo che qualsiasi cambiamento possano mai a portare Apple o Android o qualsiasi altro strumento compaia. I ragazzi possono avere le capacità critiche per cavarsela”. Dice il docente programmatore.

Capita spesso che gli studenti di interaction design collaborino con chi si occupa di video per realizzare installazione interattive.

“Tendiamo a far fare molti lavori di gruppo perché i ragazzi devono imparare cosa significherà lavorare in team, quando usciranno dalla scuola”. Spiega Infante.

Le due tesi di quest’anno sono le applicazioni

  • Mhint, un assistente personale che ti aiuta a ricordare la spesa
  • ASAP bike, un navigatore per ciclisti, da usare solo legato ad un manubrio intelligente

“Purtroppo spesso dopo la tesi i ragazzi iniziano a lavorare ognuno per conto proprio e le app che hanno creato insieme sono abbandonate a loro stesse. Certo non capita sempre. Ricordo il caso di Marco Torretta: realizza mentre era ancora studente l’app Amount che venne inserita da Apple nella classifica Best di quell’anno e poi inserita come demo negli Apple Store. Fu un grande successo per lui e un orgoglio per noi. Nel frattempo Marco ha creato una nuova versione e sta lavorando ad altri progetti come freelance”. Ricorda Infante.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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