Quando l’Italia non offre occasioni e si è costretti a partire Cari mamma e papà dovevo per forza partire, mi dispiace aver dovuto rimandare il mi
Quando l’Italia non offre occasioni e si è costretti a partire
Cari mamma e papà dovevo per forza partire,
mi dispiace aver dovuto rimandare il mio ritorno ma Ryanair mi ha cancellato il volo. Ero così felice di tornare a casa e lo ammetto, avevo anche un po’ di cose da lavare. So che siete un po’ amareggiati ma con i soldi del rimborso prenderò un altro biglietto e riuscirò a partire per Natale, forse.
Forse perché dovrò fare il turno di notte in ospedale quel giorno, ma alla fine lavorare in pediatria mi rende felice. Mica come in quell’ospedale lì a casa che quando pioveva si allagava il corridoio e non sapevo nemmeno se mi avrebbero rinnovato il contratto ad una settimana dalla scadenza.
È quasi un anno che sono partita!
Qui sono arrivati tantissimi italiani, la maggior parte è del Sud come me, ma mi trovo bene con tutti, visto che più o meno hanno la mia età.
Pensate che mi ha raccontato una ragazza che nel suo paesino i suoi coetanei erano circa un centinaio e di questi sessanta o poco più sono sparsi per il mondo come noi.
Io vorrei tornare a casa ma è come se non ci fosse spazio per noi, parlano tanto di quelli che partono ma non fanno nulla per non farci partire. Io voglio curare anche i bambini italiani, anche perché così i parenti potranno portarmi i dolci, mentre qui non lo fa nessuno.
Ho anche letto in un articolo che stiamo aumentando, i ragazzi che partono dico, circa del 15% rispetto al 2015. È vero, mi ha chiamato anche Sara e ha detto che ha trovato un lavoro da cameriera e io le ho detto che con una laurea in ingegneria, qui ad Amburgo, può fare quello che vuole.
Ora vado a lavoro, sono anche un pochino in ritardo, vi voglio bene,
Un cervello (più o meno) in pace.
#FacceCaso
Di Benedetta Erasmo
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