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Cervelli in fuga? Sì, ma al contrario. Il caso del Camerun

Cervelli in fuga? Sì, ma al contrario. Il caso del Camerun

Il Camerun è il paese con più studenti in Italia che però tornano indietro per aiutare i loro villaggi. I cervelli in fuga non sono solo in questo pa

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Il Camerun è il paese con più studenti in Italia che però tornano indietro per aiutare i loro villaggi.

I cervelli in fuga non sono solo in questo paese. Ci sono anche in Africa e sono tantissimi. Soprattutto quelli che vengono dal Camerun. La differenza è che loro tornano nei loro paesi di origine per educare i più piccoli, ma anche quelli più grandi, che non hanno mai potuto avere un’istruzione.

Le nostre università sono piene di progetti per i migranti, da Torino a Milano ma anche Roma e Bologna. Università che aiutano a dimostrare che sono davvero risorse e che diventano medici, ingegneri, farmacisti e tecnici. Imparano tutto per riportare quello che studiano nelle loro case, per impedire ai loro fratelli e sorelle di prendere quei barconi della morte che sempre meno spesso raggiungono le nostre coste.

Il Camerun è il paese che ha più studenti in Italia, e non parliamo solo di triennali. Parliamo di lauree magistrali, master e dottorati. Tutto in settori di cui i loro paesi hanno davvero bisogno. Assadio, per esempio, è laureato in lingue per la comunicazione internazionale ed è tornato in Camerun ad insegnare le lingue che sa ai suoi fratelli. Così possono andare in Europa, ma senza un barcone.

C’è anche Serge, che è un ingegnere e che ha creato una rete idrica a pannelli solari per portare l’acqua potabile al suo villaggio. È laureato a Tor Vergata e vive a Roma ma fa avanti e indietro dal Camerun coinvolgendo tutte le persone del paesino per lavorare al progetto.

Sono ragazzi che fanno davvero tesoro di quello che studiano. Che portano avanti progetti per migliorare la vita presente e futura della propria comunità, emigrando in un paese che può dargli infinite possibilità rispetto al proprio. Cercano delle soluzioni a quel problema di cui tutti noi ci preoccupiamo. Eh beh, se questo vuol dire aiutarli “a casa loro” ben venga. Continuiamo.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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