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Edifici scolastici, è tutto da rifare

Edifici scolastici, è tutto da rifare

Intonaco che crolla, crepe nel muro e poca manutenzione. Gli istituti sono come il sistema, da rifare.

Intonaco che crolla, crepe nel muro e poca manutenzione. Gli istituti sono come il sistema, da rifare. “L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare ”. Q

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Intonaco che crolla, crepe nel muro e poca manutenzione. Gli istituti sono come il sistema, da rifare.

“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare ”. Questa celebre frase, coniata dal mitico Gino Bartali, esprime alla perfezione l’attuale stato degli edifici scolastici italiani. Pezzi di intonaco che cadono e crepe nel muro sono solamente alcuni dei problemi e la cosa che preoccupa di più è che forse sono quelli meno gravi.

È chiaro che va fatto qualcosa, specialmente se pensiamo che c’è in ballo la vita di milioni di ragazzi. Sono circa 4,7 i miliardi di euro già stanziati dal 2014 ad oggi per la manutenzione degli edifici scolastici, eppure i risultati non si vedono. Perché?

Beh, innanzitutto in Italia non è mai scontato che i soldi vengano effettivamente impiegati in ciò per cui sono stanziati. Ma soprattutto non è detto che i lavori, seppur fatti, siano stati fatti nel modo giusto.

Prendete il tetto dell’istituto Amatucci di Avellino ad esempio, non vi pare un po’ strano che sia crollato nonostante i lavori di manutenzione che erano stati appena eseguiti? Forse introdurre un fascicolo che registri tutti gli interventi effettuati su ogni singolo edificio aiuterebbe.

Importante è poi anche il comportamento dei presidi. I dirigenti scolastici, qualora non siano in grado di garantire la sicurezza dei ragazzi, devono avere il coraggio di prendere in mano la situazione e, se necessario, di chiudere l’istituto.

E’ quello che è accaduto ad Ostia per esempio, dove, a seguito di un verbale dei Vigili del Fuoco, la preside Lucia Carletti ha chiuso la scuola “Via Mar dei Caraibi” sine die.

Sarebbe comunque da stupidi, però, pensare di poter risolvere totalmente il problema. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che la metà degli istituti va per il mezzo secolo di vita e la semplice manutenzione potrebbe non essere sufficiente a garantirne l’agibilità.

Se a questo ci aggiungiamo il fatto che il nostro territorio presenta un numero elevatissimo di zone sismiche, ecco che rendere gli edifici scolastici sicuri al 100% diventa un’impresa titanica. Vale la pena tentarla? Perché no, d’altronde se è vero che Davide ha sconfitto Golia, significa che la parola impossibile non esiste, basta impegnarsi.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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