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Videogiochi all’Università? No, non è un’utopia neanche per l’Italia

Videogiochi all’Università? No, non è un’utopia neanche per l’Italia

I videogiochi spopolano in tutto il globo. E il nostro paese non si vuole far trovare impreparato: lauree in videogiochi e piattaforme di avanguardia.

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I videogiochi spopolano in tutto il globo. E il nostro paese non si vuole far trovare impreparato: lauree in videogiochi e piattaforme di avanguardia.

Quanti di voi giocano ai videogiochi? Facile: quasi tutti. Mi metto una mano sugli occhi, punto l’indice davanti a me e dove indica è uguale. Trova comunque un videogiocatore. Un appassionato di “attività videoludiche”, come dicono quelli bravi.

Perché ormai questo stile di intrattenimento è entrato nella vita di tutti. Dagli Esports, i campioni guadagnano quanto se non più di un calciatore, ai videogiochi a scopo didattico, alla realtà virtuale: tutto, intorno a noi, inizia ad essere permeato dai pixel. Pure tu che stai leggendo, se ti guardi bene, sei fatto di quadratini colorati probabilmente.

E allora, perché non studiarli all’Università?

Videogiochi all’Università? Ci sono già!!

Avete presente i pionieri americani, quelli che prendevano famiglia e bagagli, li caricavano su un calesse e partivano alla volta del selvaggio West? Ecco, quelli. Nel nostro paese a rappresentare i pionieri, in campo videoludico, sono stati quelli della IUDAV. Università installata, è il caso di dirlo, a Solofra, vicino Avellino. Questi geniacci si sono inventati il corso di Laurea in “Arti digitali, Animazione e Videogiochi”.

Durante un festival multimediale c’è stato uno scambio di riflessioni tra Riccardo Cangini, designer e autore di videogiochi, e Don Patrizio Coppola, ormai per tutti “padre Joystick”, raccontava qualche mese fa Carlo Cuomo, responsabile didattico di IUDAV. “Insieme ragionavano sulla mancanza di professionalità nel settore. Da qui a Don Patrizio è venuta l’idea di un corso di studi specifico, che intercettasse le richieste del mondo digitale ed è nato così il progetto IUDAV”.

Lo scopo principale del corso di laurea è quello di sviluppare e incrementare le esperienze, i corsi vanno dalla grafica 3D a quella 2D, passando per video editing, regia, sceneggiatura, game and character design, fotografia e comunicazione pubblicitaria, fino alla storia del cinema e del videogioco”.

E non è tutto: pensate che l’Università di Macerata, poco tempo fa, è approdata sul nuovo gioco “Animal Crossing: New Horizons”. Questo gioco, vera e propria piattaforma virtuale, ha infatti permesso all’università di creare la sua isola digitale all’interno del videogioco. Scopo? Realizzare uno spazio informale all’insegna di avanguardia e inclusione.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

 

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