Tempo di lettura: 3 Minuti

Capirci qualcosa di Mafia all’Università? Alla Bocconi c’è l’associazione BSOC

Capirci qualcosa di Mafia all’Università? Alla Bocconi c’è l’associazione BSOC

Il tema dello studio e della comprensione della Mafia nei nostri Atenei è un tema all'ordine del giorno. La Bocconi Student’s against Organized Crime

I giovani per Roma: L’asSociata presenta le sue proposte
Summer Lab sui diritti
Preside compra il divano con i fondi statali

Il tema dello studio e della comprensione della Mafia nei nostri Atenei è un tema all’ordine del giorno. La Bocconi Student’s against Organized Crime (BSOC), che presenta oggi un evento ad hoc, vuole farci fare caso a diverse cose.

Bocconi Student’s against Organized Crime (BSOC) nasce nell’anno accademico 2014/2015 dall’idea di uno studente, Alfredo Riggio, che aveva voglia di formare nell’ateneo un gruppo di lavoro che si occupasse di criminalità organizzata. La volontà era quella di far risuonare anche tra le mura dell’università meneghina il grido della lotta alle mafie, a tutte le mafie.

– Obiettivi: partiamo dall’evento di oggi –

Gli obiettivi? Presto detto: la sensibilizzazione al tema. Come? In tutti i modi possibili: ricerche, confronti e incontri con esperti. Come quello che si terrà oggi, 14 novembre alle h 16:00 in aula Zappa: NELLA TERRA DEL SOLE: LEGALITÀ CONTRO LE AGROMAFIE, dove Giuseppe Antoci, presidente del parco del Nebrodi, e Alessio Ribaudo, giornalista del Corriere della Sera, ci faranno conoscere in modo più approfondito il tema delle mafie rurali.

L’immagine di copertina dell’evento del 14 Novembre

Ci si rimbocca le maniche e con duro lavoro e spirito d’iniziativa parte l’avventura di un gruppo di studenti, gruppo che continua a crescere tutt’ora senza mai perdere la voglia di fare e di combattere. Ad oggi i membri sono oltre 25, studenti di economia e di giurisprudenza, provenienti da ogni parte d’Italia: Nord, Sud e isole. Perché le mafie toccano tutti e tutto.

– Chi fa cosa –

C’è chi fa ricerca e studia in maniera accademica il fenomeno, chi cura gli eventi che si organizzano (l’anno scorso sono stati ospiti Saviano e Pif), chi cura l’immagine attraverso Internet e i social per poter arrivare in modo più veloce a tutti, chi coordina l’intero gruppo e chi si occupa di relazioni con l’esterno. Tutti con un ruolo e un compito, ma come un essere umano è composto da tanti organi in un unico corpo, così si lavora in BSOC: insieme e sinergicamente.

Perché Bsoc è la dimostrazione che nella nostra università non esistono solo l’economia, la giurisprudenza, lo studio disperato e gli esami. Esiste molto di più, come chi si impegna quotidianamente nella lotta a qualcosa in cui crede. E noi ne siamo orgogliosi!

Le iniziative dell’associazione sono rivolte a tutti, non solo ai bocconiani, ma a tutti quelli che vogliano conoscere in modo più diretto e approfondito questo fenomeno.

Perché come disse Paolo Borsellino: “Parlate di mafia. Parlatene in radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”, e forse è questo che spinse veramente quel ragazzo siciliano ed è questo che noi di Bsoc cerchiamo di fare e faremo.

#FacceCaso

Di Antonella Afflitto

COMMENTS

WORDPRESS: 1
  • comment-avatar
    lucia 5 anni

    Università bocconi = mafiosi

  • DISQUS: 0