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Scaramanzia: dal Medioevo ad oggi

Scaramanzia: dal Medioevo ad oggi

Le superstizioni, dal medioevo ad oggi mai passate di moda. “Ragazzi allora il compito lo fissiamo venerdì” Rivolta popolare, urli di paura e poi

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Le superstizioni, dal medioevo ad oggi mai passate di moda.

“Ragazzi allora il compito lo fissiamo venerdì”

Rivolta popolare, urli di paura e poi “No prof. È il 17”.

Risultato: compito rimandato.

Ecco, io non so ancora se tutti i miei compagni siano scaramantici o se lo siano invece diventati all’occorrenza ma partiamo dal fattore psicologico che ci rende superstiziosi.

Non abbiamo la possibilità di controllare gran parte degli aspetti della nostra vita e le superstizioni sono un mezzo per convincersi di riuscire a pianificare in parte il nostro futuro.

Gatti neri, scale, specchi, da dove derivano alcune tra le più comuni superstizioni?

-Venerdì 17-

Questo compito non s’ha da fare: la credenza che venerdì 17 sia giorno di disgrazie è molto diffusa in Europa ma non negli altri paesi. In sud America è meglio guardarsi bene dal venerdì 13. Nella cultura cristiana Gesù morirebbe “Venerdì Santo” giorno quindi di disgrazia mentre il 17, nella Bibbia, è data di inizio del diluvio universale. Un’altra credenza ci conduce nella civiltà romana dove sulle tombe veniva scritto “VIXI” passato remoto del verbo vivere dai meno acculturati letto come 17.

-Gatto nero-

I gatti devono la loro cattiva reputazione a Papa Gregorio IX da cui sono stati catalogati come servi di Satana dando inizio allo sterminio di questi felini. I puritani li hanno invece schedati come demoni al servizio di streghe. E pensare che il mio gatto al massimo della sua vitalità scappa dal mio cane.

-Divieto di transito sotto le scale-

Anche l’origine di questa credenza è riconducibile al cristianesimo infatti la scala con la sua forma triangolare avrebbe simboleggiato l’invalicabile trinità. Un’altra credenza ci dice che durante gli assedi ai castelli veniva gettato olio bollente agli assalitori che utilizzavano scale per entrare nei castelli.

-7 anni di sfortuna-

È proprio questa la pena che (secondo alcuni) ci aspetta dopo aver rotto uno specchio. Negli specchi dell’aristocrazia romana c’era uno strato d’oro o di rame, romperlo significava perdere questa ricchezza e fare 7 anni di sacrifici economici prima di potersene permettere un altro.

-Chiudi quell’ombrello-

Dai tempi antichi l’ombrello aveva anche il ruolo di riparare dal sole, rappresentato dal Dio Sole, quindi aprirlo in casa avrebbe scatenato l’ira del Dio che si sarebbe vendicato. Inoltre questo era segno di disgrazia perché usato nelle case per provvedere ai buchi del tetto mentre pioveva.

#FacceCaso

Di Claudia Biasci

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