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Zebra? No zeBBra. Che errore a sQuola!

Zebra? No zeBBra. Che errore a sQuola!

L'errore di una maestra di sostegno milanese scatena il web. La scuola deve essere più severa? È bastato un'errore banalissimo, una B di troppo a sca

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L’errore di una maestra di sostegno milanese scatena il web. La scuola deve essere più severa?

È bastato un’errore banalissimo, una B di troppo a scatenare il popolo dell’Internet. Dopo che un’insegnante di sostegno della scuola elementare Antonio Gramsci di Milano ha erroneamente corretto la parola zebra aggiungendo la doppia, infatti, il web è letteralmente impazzito.

Migliaia di utenti si sono riversati su Google alla ricerca della risposta esatta e, in pochi minuti, la parola incriminata è diventata la più digitata su Internet. Ora, possibile che così tante persone debbano affidarsi a Google per sapere con certezza come si scrive una parola così semplice? La maestra non avrà fatto una bella figura ma anche chi ha cercato zebra su Google non scherza eh.

Ma d’altronde non dovremmo stupirci del fatto che i giovani italiani abbiano qualche problema con la grammatica. Già in estate, durante gli esami di maturità, diversi professori avevano notato che gli errori di ortografia nei temi di italiano si erano moltiplicati in maniera esponenziale.

Colpa di WhatsApp, Messenger e chi più ne ha più ne metta, certo, ma siamo sicuri che anche l’istruzione italiana non abbia qualche responsabilità? Proprio ieri alcuni professori universitari hanno pubblicato un sondaggio in cui risulta che le famiglie vorrebbero una scuola più severa ed esigente.

Non parliamo di bacchettate sulle mani o roba simile, ci mancherebbe. Forse però bisognerebbe cominciare a non dare niente per scontato. D’altronde se sbaglia un’insegnante a scrivere la parola zebra figuriamoci se lo stesso errore non può commetterlo un alunno.

Sbagliare è umano, capiamoci, ma quando un bambino sbaglia la maestra non solo dovrebbe correggerlo ma dovrebbe anche assicurarsi che abbia capito l’errore e che non lo ripeta. Parlo di maestra perché bisogna fare ciò a partire dalle scuole elementari.

Questo perché più si va avanti e più i ragazzi tendono a prendere per buoni gli errori che non gli sono stati fatti notare. E così si rischia di fare degli scivoloni imbarazzanti anche nella propria tesi di laurea e di trasformarla in un tema da terza elementare. Insomma, è vero che sbagliando si impara ma se imparo a non sbagliare più è anche meglio.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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