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Spotted, quando l’ironia diventa violenza

Spotted, quando l’ironia diventa violenza

Oggi vi parliamo degli spotted, della loro impressionante diffusione e di come queste pagine possano offrire terreno fertile ai cyberbulli. Meme sui

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Oggi vi parliamo degli spotted, della loro impressionante diffusione e di come queste pagine possano offrire terreno fertile ai cyberbulli.

Meme sui presidi, citazioni dei professori e pettegolezzi sugli studenti. Questo e molto altro sono gli spotted, pagine Facebook, Twitter o Instagram di scuole o università totalmente anonime che vengono usate nei modi più disparati.

In inglese la parola “spotted” significa “adocchiato”. E infatti queste pagine venivano inizialmente utilizzate per divulgare segreti o voci di corridoio circolanti all’interno degli istituti o degli atenei. C’era poi chi sfruttava l’anonimato per fare apprezzamenti sulle ragazze o per dichiarare i propri sentimenti.

Il primo spotted risale all’ormai lontano 2010, quando uno studente dell’Università di Londra creò un vero e proprio sito dove lui ed i suoi amici potessero scrivere commenti anonimi. L’idea piacque tantissimo e in meno di due mesi la piattaforma arrivò ad avere ben 250.000 utenti.

La popolarità, però, segnò anche la rovina del sito che venne chiuso per via dei troppi reclami e delle troppe proteste dopo appena tre mesi dalla sua apertura. D’altronde pagine o piattaforme di questo tipo per qualcuno risultano essere “scomode”.

Ma la moda degli spotted ormai era già stata lanciata e dopo appena 3 anni approdò anche qui in Italia. Nel Belpaese ci è voluto un po’ affinché il fenomeno si diffondesse ma ultimamente le pagine spotted si stanno moltiplicando.

C’è da dire una cosa, però, non tutti le utilizzano nella maniera corretta. A volte si sfrutta l’anonimato garantito da queste pagine per insultare, minacciare o perseguitare compagni di classe e insegnanti. In questi casi l’ironia può facilmente trasformarsi in cyberbullismo.

Ecco perché sono sempre di più i presidi e i rettori che si dissociano dagli spotted, denunciandoli alla Polizia postale e chiedendone la chiusura immediata. Perché va bene portare l’ironia nelle scuole e nelle università ma quando l’ironia diventa violenza psicologica è giusto intervenire. Perciò da oggi in poi occhio a come usi questo tipo di pagine,

insomma,

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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