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Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo

Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo

Il gruppo di ricercatori si è riunito la prima volta a Roma mercoledì 28 marzo per fare il punto prima della Giornata Mondiale. #FacceCaso. Oggi si c

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Il gruppo di ricercatori si è riunito la prima volta a Roma mercoledì 28 marzo per fare il punto prima della Giornata Mondiale. #FacceCaso.

Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’ Autismo. Nel giorno di Pasquetta, Roma organizza varie iniziative: per esempio la fontana dei Dioscuri in piazza del Quirinale, sarà illuminata di blu per testimoniare l’adesione della Presidenza della Repubblica alla Giornata.

L’ospedale Bambin Gesù della capitale, ha creato un network internazionale composto da clinici e ricercatori provenienti da 20 Paesi e 4 continenti.

Il network sviluppa e condivide protocolli di valutazione senza copyright per renderli più facilmente accessibili.

Il gruppo di ricercatori si è riunito la prima volta a Roma mercoledì 28 marzo per fare il punto prima della Giornata Mondiale.

Fanno parte del comitato scientifico:

  • Italia
  • Olanda
  • Belgio
  • Spagna
  • Portogallo
  • Serbia
  • Giordania
  • Georgia
  • Messico
  • Brasile

Una nota dell’ospedale spiega: “in troppe aree del mondo, soprattutto nei Paesi a basso o medio reddito, la conoscenza dell’autismo è ancora limitata e l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti è di fatto precluso. La stessa ricerca scientifica è condotta in pochi Paesi, tutti ad alto reddito”.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato grandi disparità, a livello globale, sia nell’accesso ai servizi di screening, diagnosi e trattamento delle persone con autismo, sia nella ricerca. La maggior parte degli studi, infatti, è condotta in pochi Paesi ad alto reddito (dove vive meno del 20% della popolazione mondiale) e su campioni di bambini di lingua inglese, principalmente bianchi e con famiglie caratterizzate da alti livelli di istruzione. In particolare è stato rilevato che l’86,5% dei casi di autismo identificati negli studi epidemiologici proviene da Nord America, Europa e Giappone, lasciando il resto del mondo fuori dal monitoraggio. Il costo elevato delle terapie unito alla mancanza di conoscenze sulle variabili biologiche, culturali, sociali e ambientali dell’autismo riduce quindi le possibilità di scoprire il disturbo precocemente, iniziare subito il trattamento e ricevere il supporto necessario”. 

Il progetto durerà 4 anni e vuole proprio ridurre questo divario con le aree più povere non coinvolte nelle ricerche.

“Incoraggiando la cooperazione nel campo della ricerca e la diffusione di buone pratiche basate sull’evidenza tra centri clinici di Paesi a basso e medio reddito. Sulla base degli studi che ogni membro del network porterà avanti nella propria area di riferimento, verranno sviluppati protocolli diagnostici e terapeutici scientificamente validati e open-acces (senza copyright, quindi meno costosi) che possano essere applicati in ogni contesto sociale e culturale. In una fase successiva è prevista la formazione a distanza di operatori locali per l’applicazione dei protocolli sostenibili”.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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