Quando capiremo che la ricerca non è solo un momento di formazione ma un vero e proprio lavoro di ricerca? #FacceCaso. A detta del ministro Poletti,
Quando capiremo che la ricerca non è solo un momento di formazione ma un vero e proprio lavoro di ricerca? #FacceCaso.
A detta del ministro Poletti, se in Italia vuoi fare il ricercatore non significa che stai lavorando.
Da qui l’esclusione dall’indennità di disoccupazione per assegnisti, dottorandi e borsisti. In pratica il tuo non è lavoro, ma formazione, quindi niente sussidio.
Ovviamente questa è un’assurdità e non sono mancate le proteste dal mondo universitario. A partire dallo scorso anno assegnisti e dottorandi con borsa hanno finalmente accesso all’indennità di disoccupazione.
Almalaurea però da brutte notizie e frena immediatamente gli entusiasmi.
Dall’indagine annuale emerge che i dottori di ricerca hanno l’85% di probabilità di trovare un lavoro però in questo 85% è compreso anche chi è in “formazione retribuita”.
In pratica gli assegni di ricerca e le borse post-dottorato per il ricercatore sono considerate attività formative, non esperienze professionali.
“Ha detto di avere una borsa post-doc o assegno di ricerca, ma in precedenza ha dichiarato che attualmente lavora. Le ricordiamo che ai nostri fini le attività di formazione retribuite con borsa o assegno di studio o di ricerca non sono da considerarsi attività lavorative. Evidentemente c’è un errore”. Si legge sul questionario. Roba da matti.
Quando capiremo che la ricerca non è solo un momento di formazione ma un vero e proprio lavoro di ricerca?
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