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Liceo Garibaldi di Napoli in protesta contro l’alternanza

Liceo Garibaldi di Napoli in protesta contro l’alternanza

 Il lavoro che svolgono dalle 9 alle 17 viene definito volontario ma in realtà è imposto e non retribuito. #FacceCaso.  Napoli è in protesta contro l

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 Il lavoro che svolgono dalle 9 alle 17 viene definito volontario ma in realtà è imposto e non retribuito. #FacceCaso. 

Napoli è in protesta contro l’alternanza scuola-lavoro. Oggi gli studenti del liceo Garibaldi di Napoli non lavoreranno come guide. 

La scuola ha aderito alla protesta iniziata dai colleghi del liceo Vittorio Emanuele II a marzo. “Alternanza scuola – sfruttamento. Questo non è formativo” è lo slogan degli studenti. 

Ovviamente la protesta non è passata inosservata, come riporta il Manifesto“La responsabile del Pio Monte ha chiamato la preside minacciando il ritiro del monte ore che fa capo al loro ente. Questo significa che i ragazzi, che sono in quarta, l’anno prossimo avrebbero dovuto accollarsi la formazione d’accapo proprio a ridosso della maturità. Naturalmente non ci sono tracce scritte delle pressioni così, se protesti perché di fatto sei ricattato, l’ente può sempre negare tutto”. Raccontano dal collettivo.

Gli studenti sono stati costretti a scrivere una lettera in cui ribadivano il rispetto per la scuola e il Pio Monte, pur essendo contrari all’alternanza, annunciando la sospensione della protesta. Il lavoro che svolgono dalle 9 alle 17 viene definito volontario ma in realtà è imposto e non retribuito. All’esterno, a manifestare per loro, c’era il collettivo del Vittorio Emanuele.

“Non hanno potuto impedircelo perché abbiamo già terminato le nostre ore in un’altra struttura e non eravamo in orario scolastico”. Spiegano.

In alto lo striscione “Le vostre minacce non ci fermeranno”. La responsabile ha detto ai ragazzi che si trattava di “una grande opportunità, la possibilità di fare un’esperienza di vita”.

Per gli studenti però non è così. “Siamo usati come venditori di prodotti e per di più rubiamo il posto ai laureati. Non c’è spazio per pensieri e azioni che provino a scardinare questo sistema: tutto è soffocato dai provvedimenti disciplinari, dalle minacce di ritorsioni se si lede l’immagine dell’azienda presso cui si svolgono i percorsi, dal decoro. Volevano persino imporci come vestire, sempre a spese nostre. Addirittura, per fare la formazione propedeutica alle guide, ci sono professori che sottraggono ore alle materie di studio”. 

Quella al Pio Monte è la terza protesta in due mesi.

“La nostra preoccupazione è che possa essere vista come la possibilità di impiegare lavoratori a costo zero. È gravissimo diffondere il concetto di lavoro non retribuito: significherebbe abituare i giovani a lavorare in condizioni sempre al ribasso”. Affermava il sindacato.

Ovviamente l’alternanza interferisce anche con l’ambito scolastico. 

“L’anno prossimo, per la prima volta, la scheda di valutazione compilata alla fine del percorso peserà sull’esito del voto di diploma. Cosa c’entra il carisma o la capacità di arringare il pubblico con la formazione e l’impegno nello studio? Perché uno studente estroverso oppure accondiscendente con l’azienda dovrebbe essere premiato?” Chiedono i ragazzi del Garibaldi.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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