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Più aborti e meno pillole, la gravidanza è una cosa seria

Più aborti e meno pillole, la gravidanza è una cosa seria

Al giorno d'oggi sono sempre di più le giovani ragazze che ricorrono alla pillola per interrompere una gravidanza con tutti i rischi che ciò comporta.

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Al giorno d’oggi sono sempre di più le giovani ragazze che ricorrono alla pillola per interrompere una gravidanza con tutti i rischi che ciò comporta.

Qualche tempo fa vi avevamo parlato dell’iniziativa di una scuola di Cuneo che stava valutando l’ipotesi di installare dei distributori di profilattici all’interno dei bagni dell’istituto. Un segno inequivocabile di come le scuole italiane abbiano sempre più a cura la prevenzione.

Insomma, fino a qualche anno fa l’educazione sessuale a scuola era considerata quasi un tabù. Oggi, invece, grazie anche ad una fondamentale campagna di sensibilizzazione condotta dai media, i ragazzi sanno perfettamente quanto sia importante avere rapporti protetti.

Quello che forse non sanno, però, è cosa fare se vengono meno le condizioni necessarie affinché questa protezione ci sia. In altre parole i giovani che rimangono coinvolti in malattie veneree o in gravidanze “indesiderate” spesso non sanno come comportarsi.

Nel secondo caso l’orientamento generale è abbastanza chiaro; al giorno d’oggi le ragazze che scelgono di portare avanti una maternità in tenera età sono sempre di meno. La via più battuta, infatti, è quella che porta all’interruzione della gravidanza, la soluzione più adatta a chi non vuole rinunciare ai divertimenti dell’adolescenza.

Nonostante ciò molte ritengono l’aborto qualcosa di eccessivamente doloroso, soprattutto sotto l’aspetto psicologico. E così c’è chi decide di rivolgersi ai centri di assistenza online o chi si reca direttamente in farmacia alla ricerca delle famose “pillole dei giorni dopo”.

C’è quella “del giorno dopo” che ormai conosciamo tutti ma da qualche anno a questa parte si può trovare anche l’Ulipristal acetato, meglio noto come pillola dei 5 giorni dopo. Di quest’ultima, stando al Ministero della Salute, ne sono state vendute circa 190.000 confezioni soltanto nel 2016.

Insomma, le giovani che optano per questa soluzione sono tante, mentre quelle che scelgono di abortire sono sempre di meno. Il problema è che la maggior parte di loro sottovaluta gli effetti collaterali di questi farmaci. L’utilizzo dell’Ulipristal acetato in dosi minori a quelle presenti nella pillola, ad esempio, è stato recentemente bloccato perché provocava dei danni al fegato.

E’ chiaro dunque che servirebbe informare i giovani della pericolosità di “soluzioni” che spesso vengono scelte a cuor leggero ma che possono recare danni permanenti al nostro organismo. In altre parole è vero che l’aborto non è una cosa bella ma avere medici preparati al proprio fianco in momenti così delicati non è solamente importante, è fondamentale.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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