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Genova, all’università si mangia bene con le home food

Genova, all’università si mangia bene con le home food

L'Università di Genova ha aperto le prime home food, aule-pranzo dove poter riscaldare e mangiare comodamente i pasti portati da casa. Qualunque stud

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L’Università di Genova ha aperto le prime home food, aule-pranzo dove poter riscaldare e mangiare comodamente i pasti portati da casa.

Qualunque studente universitario che si rispetti sa che organizzare la propria giornata in facoltà non sempre è un’impresa semplice. In questo senso la cosa più difficile è sicuramente capire quando, cosa e soprattutto dove mangiare quando si hanno delle lezioni a cavallo dell’ora di pranzo.

La soluzione più praticata consiste nello sfruttare la mensa dell’ateneo o nel consumare tranci di pizza o panini improvvisati durante i vari intervalli. Nonostante ciò c’è anche chi, non volendo assolutamente rinunciare ad un pasto completo, decide di optare per il classico “pranzo al sacco”.

Questi temerari, però, devono vedersela con un problema logistico. In altre parole devono trovare un posto dove poter mangiare comodamente. Inoltre molti non hanno la possibilità di scaldare il proprio cibo e di conseguenza sono costretti a mangiare “piatti freddi”.

Per questo motivo l’Università di Genova, con l’obbiettivo di venire incontro alle esigenze di tutti i suoi studenti, ha aperto all’interno dei propri locali delle aule-pranzo. Si chiamano home food, per adesso sono solamente tre ma presto potrebbero esserne aperte altre.

Le aule sono provviste, oltre che di tavoli e di sedie, anche di forni a microonde, esattamente come i cucinini di qualsiasi azienda (vedi Camera Cafè). Ma non solo, ci sono dei lavandini per lavarsi le mani o sciacquare la frutta e, per non farsi mancare nulla, c’è persino il wi-fi libero.

La più recente di queste home food è quella che è stata aperta qualche giorno fa all’interno del polo universitario di Via Balbi. All’inaugurazione era ovviamente presente anche il rettore Paolo Comanducci. Quest’ultimo, stando all’articolo di Michela Bompani pubblicato da Repubblica.it, ha dichiarato: “Ho deciso di venire incontro alle sempre crescenti esigenze degli studenti”.

E menomale che c’è qualcuno come Comanducci che alle nostre esigenze ci pensa. A questo punto non ci resta che sperare che anche le altre università, sulla scia di quella di Genova, aprano le proprie home food. Nel mentre noi continueremo a trangugiare panini sciapi o insalate nella speranza che almeno facciano bene come dicono.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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