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Più fondi per le università meno raggiungibili con i mezzi

Più fondi per le università meno raggiungibili con i mezzi

L’obiettivo del nuovo decreto è quello di cambiare il "costo standard" per studente. #FacceCaso. All’università ho un sacco di amici fuori sede. Cert

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L’obiettivo del nuovo decreto è quello di cambiare il “costo standard” per studente. #FacceCaso.

All’università ho un sacco di amici fuori sede. Certe volte mi raccontano le peripezie che devono compiere per raggiungere la facoltà con i mezzi o per tornare a Roma in treno. Roba da matti. 

Silvia fa Circeo-Roma tutti i giorni. La mamma si sveglia presto per lasciarla a Priverno-Fossanova, la stazione dei treni. Scende a Termini e prende la metro fino a Colosseo. Da lì si fa un pezzo a piedi per arrivare l’università. 

Per fortuna le università difficili da raggiungere coi mezzi di trasporto e quelle che hanno un maggior numero di iscritti in condizioni economiche disagiate, riceveranno più fondi. 

L’obiettivo del nuovo decreto è quello di cambiare il “costo standard” per studente, il parametro utilizzato dal 2014 per assegnare una parte del fondo di finanziamento degli atenei tenendo conto di nuovi aspetti:

  • il reddito medio familiare della Regione dove ha sede l’università
  • la capacità contributiva effettiva degli iscritti
  • l’accessibilità dell’ateneo.

“Si va così incontro alle realtà in cui gli studenti partono da condizioni più svantaggiate”, spiega il Miur. E “si tiene conto della rete dei trasporti e dei collegamenti in modo da compensare le università che logisticamente sono più difficili da raggiungere”. Sostiene il presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Gaetano Manfredi, che prosegue.

“Siamo soddisfatti dei nuovi criteri, la Conferenza è stata ascoltata su questo perché il sistema deve rimanere unitario, deve tenere conto delle esigenze di tutti tanto più in un Paese come il nostro che ha evidenti divari tra atenei piccoli e grandi, tra università in zone più ricche e altre in areee più deboli economicamente”. 

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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