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Le radiazioni nucleari spiegate al mio compagno di banco

Le radiazioni nucleari spiegate al mio compagno di banco

Un viaggio tra le prime applicazioni “quotidiane” delle radiazioni nucleari tra sorprendenti utilizzi, incredibili sponsorizzazioni commerciali e curi

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Un viaggio tra le prime applicazioni “quotidiane” delle radiazioni nucleari tra sorprendenti utilizzi, incredibili sponsorizzazioni commerciali e curiosi campi di applicazione.

Radiogeno, nucleare, radioattivo, atomico, radiante: parole, anzi aggettivi, che “oggi” fanno paura a molti, forse a tutti quelli che non sono esperti o appassionati del settore, termini che, nell’immaginario collettivo, connotano un oggetto in senso negativo, misterioso, pericoloso. Ma fino a qualche anno fa, fino a qualche ora prima dell’incidente di Chernobyl, che effetto facevano queste parole sulla popolazione mondiale? Paura? Scopriamo un po’ meglio il mondo delle radiazioni nucleari.

Nel 1926 la National Radium Corporation, fondata nel 1925 e fallita solo due anni dopo, mette in commercio la “Lifetime Radium-Vitalizer Water Jar”, un’urna rivestita di Radio, materiale altamente radioattivo “genitore” del Radon, gas anch’esso radioattivo e di indiscutibile pericolosità se inalato o, appunto, ingerito. Nel volantino che venne preparato per la sua sponsorizzazione commerciale leggiamo testualmente “l’acqua radioattiva che desideri bere, più ne bevi e più ti piacerà”.

Tra le indicazioni terapeutiche, evidenziate nella stessa campagna pubblicitaria, vi erano problemi ai reni e al fegato, malnutrizione, peritoniti croniche, ulcere gastriche, artriti, “problemi femminili”, reumatismi, disordini al cuore, ipertensione e perfino la febbre.

Sulla stessa lunghezza d’onda, tra il 1915 e il 1930, vengono commercializzate le trapunte radioattive: sì, proprio delle coperte che avrebbe irraggiato l’utilizzatore durante la notte. In questo caso sul manifesto pubblicitario leggiamo “applicato al corpo rilascia la sua energia tramite una corrente vitale al sangue e al sistema nervoso”.

Il meglio, o forse il peggio, arriva però nel 1930 quando vengono messe in commercio le “Vita Radium Suppositories”, letteralmente delle supposte radioattive a base di Radio. In questo caso l’etichetta con cui veniva venduto il prodotto merita di essere citata quasi interamente: “Devono essere inserite, una per notte, attraverso il retto in quanto questo rappresenta uno dei metodi più efficaci di assorbimento del Radio nel corpo. Una volta inserita, la supposta si scioglie e il Radio viene rapidamente assorbito dalle pareti del colon. Ogni tessuto, ogni organo del corpo è subito bombardato dalle particelle elettriche da esso emesse, benefiche per la salute dell’organismo. L’EFFETTO SUL CORPO DI QUESTE SUPPOSTE È EQUIVALENTE A QUELLO DI UN CARICATORE SU UNA BATTERIA ELETTRICA”.

Questi sono solo alcuni degli esempi di ciò che veniva fatto in ambito civile con sostanze radioattive, esempi che oggi suonano come ammissione di pericolosa ignoranza, esempi che oggi fanno sorridere ma a quel tempo sicuramente molto meno.

Progressi se ne sono fatti, e molti, oggi il nucleare è imprescindibile in medicina e nell’industria, ma in modo “diverso”, in modo decisamente “diverso”.

#FacceCaso

Di Christian Di Carlo

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