Se anche voi in questi giorni avete avuto le bacheche dei vostri sociali ricoperte di perizomi a suon di #ThisIsNotConsent, ecco spiegato il motivo.
Se anche voi in questi giorni avete avuto le bacheche dei vostri sociali ricoperte di perizomi a suon di #ThisIsNotConsent, ecco spiegato il motivo.
Della serie “se le donne vengono stuprate è colpa di ciò che indossano”, una sentenza islandese ha assolto uno stupratore a causa di un tanga. Le donne in tutto mondo si sono indignate e sui social l’hashtag #ThisIsNotConsent è diventato virale.
I fatti
A Cork in Islanda il tribunale ha assolto un ragazzo di 27 anni accusato di stupro nei confronti di una 17enne. É già grave la premessa, ma è ancora peggio sentire la storia intera. La prova che il legale dell’imputato ha utilizzato per far sì che l’uomo venisse assolto è stato un capo di abbigliamento. Ebbene sì… L’avvocato in aula ha tirato fuori un tanga con un pizzo, sì, proprio una mutandina. Secondo il legale quel tanga era la dimostrazione del fatto che la ragazza fosse consenziente. Alla fine l’imputato è stato assolto.
Ma il bello deve ancora venire, perché “il legale” che ha avuto questa brillante idea di portare un perizoma in aula è una donna e si chiama Elizabeth O’Connell.
#ThisIsNotConsent
Subito dopo la notizia un movimento globale delle donne ha preso piede sui social. Centinaia di foto e immagini di perizomi accompagnati dall’hashtag #ThisIsNotConsent hanno invaso le bacheche. Il significato di questo movimento vuole sottolineare sempre la solita questione, che sembra non essere mai abbastanza chiara: la vittima di stupro non ha la colpa. Punto. Non importa ciò che indossa, se porta un perizoma super sexy o le mutandone della nonna. Se la donna non è consenziente non lo è e basta.
Icona del movimento #ThisIsNotConsent è un disegno (che vedete qui sotto) realizzato dall’illustratrice veneta Marica Zottino, che, una volta venuta a conoscenza dei fatti e indignata a sufficienza ha realizzato l’immagine che in poco tempo ha fatto il giro del mondo.
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