“Abbiamo così realizzato un algoritmo che permette a un computer, un’intelligenza artificiale, di fare quello che per anni hanno fatto i musicisti”. #
“Abbiamo così realizzato un algoritmo che permette a un computer, un’intelligenza artificiale, di fare quello che per anni hanno fatto i musicisti”. #FacceCaso.
Yalp (Play al contrario) è un’app che traduce la musica in accordi. Nata dall’idea di tre amici che hanno base a Monza. In poco tempo l’app ha superato il milione di utenti in tutto il mondo.
Come si legge su Il Giorno. “Ho sempre amato la musica e un giorno, insegnando a suonare la chitarra elettrica, ho conosciuto Mattia, anche lui appassionato di musica e matematico geniale. Insieme a un altro amico, Vincenzo, anche lui informatico, ci siamo messi a lavorare a questa idea: creare un sistema in grado di tradurre la musica in automatico”. Spiega Simone Geravini, 37 anni.
“Abbiamo così realizzato un algoritmo che permette a un computer, un’intelligenza artificiale, di fare quello che per anni hanno fatto i musicisti”. Spiega Simone.
“Ciò È stato possibile grazie ad alcuni investitori: Massimo Orlandi, Egidio Ricciuti e Riccardo Bani che hanno creduto nel progetto”. In poco più di 365 giorni l’app ha analizzato oltre un milione di brani in tutto il mondo.
“Oggi siamo noi più 4 collaboratori. Siamo gli unici al mondo a farlo. La maggior parte di utenti arriva da Stati Uniti, Giappone, Inghilterra, Germania e Italia. Il funzionamento è semplice. Uno scarica la app gratuitamente, manda il file mp3 con gli accordi e il computer lo traduce restituendo uno spartito semplificato con sigle internazionali”. Dice Simone. Considerando che l’app è gratuita, dove sta il guadagno?
“Nelle funzionalità aggiuntive. Alla cifra di 0.99 centesimi si può ottenere la possibilità di scaricare la traduzione su un pdf oppure effettuare una trasposizione automatica di tonalità”, conclude Simone.
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