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Istituti regionali e non più statali: ecco i contro

Istituti regionali e non più statali: ecco i contro

Se in classe si studiasse il dialetto, verrebbero inevitabilmente tolte delle ore allo studio della lingua nazionale. #FacceCaso. Ultimamente si sta

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Se in classe si studiasse il dialetto, verrebbero inevitabilmente tolte delle ore allo studio della lingua nazionale. #FacceCaso.

Ultimamente si sta parlando di una questione molto delicata che riguarda la scuola. Sto parlando della possibilità di rendere gli istituti regionali e non più statali. 

Alcune regioni del Nord, parecchio patriottiche, hanno già iniziato ad adottare un percorso formativo autonomo che prevede per esempio lo studio in classe del dialetto.

Ora, questa cosa può inevitabilmente degenerare. Se in classe si studiasse il dialetto, verrebbero inevitabilmente tolte delle ore allo studio della lingua nazionale. Ti sembra giusto che la lingua locale prenda il posto della lingua italiana? 

Magari tra qualche anno gli studenti parlerebbero correttamente solo la lingua regionale e quella straniera. Che fine farebbe l’italiano?

Per adesso il 20% del monte ore complessivo può essere utilizzato dalle scuole autonomamente, consentendo loro di impiegarlo per lo studio della cultura locale. In questo contesto si potrebbe studiare e approfondire la tradizione regionale. 

Senza tener conto dei problemi relativi ai dipendenti del mondo della scuola. I professori, il personale ATA e tutti i lavoratori di questo settore, nel passaggio da statali a regionali, diventerebbero dipendenti regionali ed essendo le regioni enti locali transiterebbero dallo Stato nel Parastato.

Come si potrebbe gestire l’evidente divario tra Nord e Sud Italia? Se da una parte le scuole del Settentrione beneficerebbero di un’istruzione regionalizzata che offrirebbe la possibilità di potenziare l’offerta formativa in un rapporto sempre più stretto tra scuola e azienda, le scuole del Sud dove di poli industriali ce ne sono pochi, si troverebbero in una condizione di svantaggio sociale e lavorativo. Tu che ne pensi?

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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