Tempo di lettura: 1 Minuti

How I Met Taiwan, Capitolo 10: i giocatori

How I Met Taiwan, Capitolo 10: i giocatori

Vi racconto la mia esperienza, le mie giornate, le mie paure e le mie gioie. Un diario di tutto il mio tirocinio nella bellissima Taiwan.  Quante vol

Pornomania: Miglio ci racconta il suo nuovo brano a metà tra erotico e romantico
Design del Caso: Il metodo di Munari
Giornata internazionale dello Yoga: la pratica che ci ha salvato dalla quarantena

Vi racconto la mia esperienza, le mie giornate, le mie paure e le mie gioie. Un diario di tutto il mio tirocinio nella bellissima Taiwan. 

Quante volte hai chiamato nerd il tizio o la tizia che gioca al game-boy in giro per la città? Ecco, non sei mai stato in Asia! Qui tutti (e dico tutti) giocano a qualcosa di elettronico: che sia a casa con gli amici di fronte alla PlayStation o che sia per le strade cercando Pokemon.

Mi è capitato più volte di incontrare gruppetti di persone che si riuniscono per combattere, per creare team, per scambiarsi elementi mancanti. Li trovi tutti concentrati con gli occhi puntati sui telefonini, pronti a difendere con i denti il loro profilo da giocatori incalliti. L’età varia moltissimo anche all’interno dello stesso gruppo: ragazzini, ragazzi, giovani uomini, signori maturi; parlo al maschile perché, effettivamente, questo fenomeno è molto più diffuso nella popolazione maschile che in quella femminile.

Ti dirò di più: molti ragazzi si incontrano il pomeriggio in locali creati solo ed esclusivamente per giocare alla PlayStation, alla Xbox e a tutto ciò che ti viene in mente pensando a questo genere di divertimento.

In Italia, una persona che passa qualche ora a divertirsi in questo modo viene automaticamente etichettata come stramba, sfigata, nerd, asociale. Qui, invece, questo è uno dei primi veicoli di relazione con altri esseri umani. Qui è più normale andarsene in giro a cercare Pikachu piuttosto che andare a ubriacarsi al pub.

Non so quale delle due attività sia più da sfigato, se giocare ai Pokemon o sballarsi con l’alcol. Davvero, non lo so. Continuo solo a ripetermi che, probabilmente, una delle due opzioni sia più sana dell’altra e che rimanere bambini un’ora in più al giorno non è poi così brutto.

#FacceCaso

Di Giulia Pezzullo

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0