Tempo di lettura: 1 Minuti

Istruzione e Ricerca: che fa il Governo?

Istruzione e Ricerca: che fa il Governo?

Cosa fanno i politici di questo Governo per noi? Tutte le volte che sentiamo di programmi e soluzioni che dovrebbero cambiarci la vita, di cosa si tra

Roma, emergenza sedie. Raggi Facce…sedé
Diritto all’Istruzione anche in ospedale: a Bologna un sistema collaudato
Ecco ogni nuovo indirizzo nelle scuole laziali: tutte le novità, dai dolci alla gestione delle acque

Cosa fanno i politici di questo Governo per noi? Tutte le volte che sentiamo di programmi e soluzioni che dovrebbero cambiarci la vita, di cosa si tratta?

In questi giorni alla Camera si sta discutendo principalmente riguardo il DEF (Documento di economia e finanza) che sancisce le politiche economiche e di riforma che il Governo intende attuare. Per tutti voi curiosoni, se voleste scoprire cosa c’è oltre l’oscurità delle intenzioni della politica, sappiate che il DEF è disponibile per intero sul sito della Camera e consiste in 528 pagine di progetti e cifre astronomiche.

Nella terza sezione di tale documento, “le principali linee di intervento del programma di governo”, precisamente da pagina 455, si apre la parte “istruzione e ricerca” dedicata a noi studenti, dai più piccoli agli aspiranti insegnanti, dall’alternanza scuola-lavoro (ora nota come “percorsi per le competenze trasversali”) all’intervento per le scuole nelle zone colpite da calamità, dagli studenti con particolari necessità al settore universitario.

Di quest’ultimo si sta parlando molto (soprattutto nella scena politica dal m5s) sia dell’assunzione di 1500 ricercatori di tipo b (in poche parole dei ricercatori a tempo pieno) ma soprattutto di un possibile ampliamento della platea di studenti che beneficerebbero della no tax area (ovvero esenzione dalle tasse universitarie), attualmente stabilita per le famiglie con reddito al di sotto di 13.000 euro con agevolazioni proporzionali fino ai 30.000 euro, (QUI spiegata alla grande per chi volesse saperne di più) senza tuttavia aver delineato alcuna strategia né cifra da investire.

Tutto ciò è affiancato da un cospicuo (per noi comuni mortali) incremento del Fondo di finanziamento ordinario delle Università di 100 milioni all’anno a partire dal 2020 (40 milioni sono previsti già per il 2019). L’unico problema è che il DEF non ha forza di legge, è un programma, il proprio potere di “guida” ha una forte valenza politica e programmatica del governo che deve rispondere al limite imposto dal bilancio, tuttavia le intenzioni sono buone e potrebbero dare, almeno in parte un importante incentivo alla nostra formazione.

Noi tutti, come sempre, aspettiamo e speriamo finalmente in una ripartenza per la nostra ricerca e per l’occasione di costruire un futuro qui, nel nostro paese, piuttosto che altrove evitando una fuga (di cervelli) da una politica che stenta a valorizzare le capacità di noi giovani.

#FacceCaso

Di Alessandro Mameli

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0