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Il fascino della divisa non fa più presa sui giovani

Il fascino della divisa non fa più presa sui giovani

La statistica sui dati dell'arruolamento volontario evidenzia come i giovani vedano la vita in divisa militare troppo pesante da sopportare. "I giova

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La statistica sui dati dell’arruolamento volontario evidenzia come i giovani vedano la vita in divisa militare troppo pesante da sopportare.

I giovani italiani non sono più abituati ad un regime di vita rigoroso e disciplinato“. A dirlo è il capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano Salvatore Farina. La vita in divisa, piena di obblighi e rigidezze sembra ormai scevra da quell’aria fascinosa che aveva un tempo. Il generale ne ha parlato in audizione alla commissione difesa della Camera dei Deputati lanciando anche un allarme.

L’età media dei militari è sempre più alta, e questo è in totale antitesi con la professione delle armi. Lo stress continuo è elevato sia al livello mentale, sia dal punto di vista fisco. Sarebbero necessarie forze fresche per operare in scenari estremamente difficili. Ma tra il calo demografico e la scarsa propensione ad intraprendere questo tipo di carriera da parte delle nuove generazioni, le nuove reclute scarseggiano.

Alcuni abbandonano addirittura dopo soli 15 giorni di ferma. Non gradiscono gli orari, le imposizioni dell’autorità e la lontananza da casa. Secondo il generale Farina la causa è anche nei mutamenti dei modelli educativi della società. “La nostra società sta cambiando. Il mutamento dei modelli educativi comporta una certa difficoltà dei giovani a confrontarsi con l’autorità e ad adattarsi ad uno stile di vita più rigoroso. Le dimissioni dalla ferma volontaria senza particolari avvenimenti sono verosimilmente da correlare al fatto che i giovani non siano più abituati ad un regime di vita ordinato e disciplinato. In particolare, molti accusano difficoltà ad abituarsi a nuovi ritmi di vita e orari, la lontananza dagli affetti, la mancanza di comfort“.

Le proposte e il servizio civile

Per risolvere il problema delle reclute insufficienti l’alto ufficiale ha proposto una serie di misure come l’aumento della paga o l’accorciamento della ferma. Dalla politica, inoltre, non sono mancati i tentativi di aprire un dibattito sul ritorno alla leva obbligatoria.

Sul punto, l’On. Spadafora, sottosegretario del governo con delega alle pari opportunità e ai giovani, si è detto profondamente contrario. Piuttosto ha preferito rilanciare l’iniziativa del servizio civile volontario per favorire la crescita dei ragazzi nel rispetto del senso civico. “Smettiamola con rimandi ai tempi che furono – ha dichiarato a Comunicato sociale, il mensile del Centro dei servizi per il volontariato di Napoli – il servizio civile è un’opportunità bellissima. I giovani hanno la possibilità di scegliere liberamente senza dover sottostare a regole paternalistiche, che oggi sono fuori dalla storia. La leva obbligatoria nell’Italia di oggi sarebbe un freno alla creatività e all’intraprendenza dei giovani. Il servizio civile universale come primo contatto con i mondo dei grandi mi sembra un percorso molto più efficace”.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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