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La Scuola cade in pezzi, letteralmente

La Scuola cade in pezzi, letteralmente

La Scuola italiana fatica a reggersi in piedi, letteralmente. Ci sono pochi fondi per le ristrutturazioni e, quei pochi, sono anche difficili da attiv

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La Scuola italiana fatica a reggersi in piedi, letteralmente. Ci sono pochi fondi per le ristrutturazioni e, quei pochi, sono anche difficili da attivare.

Il nostro paese sta cadendo a pezzi, e la Scuola non fa eccezione. No, questa volta non è una metafora, succede davvero: l’ultimo dossier sulla sicurezza a scuola ha mostrato dati catastrofici.

Crolli e certificazioni

Il XVII Rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, presentato a Roma nei giorni scorsi difronte al neo-ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, recita: un crollo ogni tre giorni di scuola fra settemebre 2018 e luglio 2019, e tra asili nidi su cinque non in regola con le certificazioni.

Un disastro evitabile? Il ministro stesso, a margine dell’incontro, a dichiarato: “Da padre, quando sento parlare di crolli nelle scuole mi sembra di vivere in un mondo distaccato dalla realtà perché in una società normale tutto questo non dovrebbe accadere.

“Quando mandiamo i nostri figli a scuola dovremmo avere la certezza che siano al sicuro, non è possibile pensare che si facciano del male ”.

E aggiunge, parlando della propria esperienza personale: “Mio figlio, un anno fa, è caduto a scuola dallo scivolo e si è rotto una gamba, quindi quando sento queste storie c’è tutta la mia empatia dal punto di vista personale”.

Ultimo ma non ultimo

L’ultima situazione al limite si è registrata alla Merisi di Caravaggio, provincia di Bergamo.

In seguito alla rottura del soffitto, con conseguente distacco di una parte dello stesso, le lezioni sono state interrotte fino al 30 settembre.

Ben 475 alunni rimarranno a casa fino a tale data senza poter seguire le lezioni.

I fondi ci sono?

Secondo Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, dei 4 miliardi e mezzo disponibili al momento, solo 1,6 sarebbero stati effettivamente utilizzati per le infrastrutture.

Oltre che di interventi di semplificazione dei meccanismi legati ai fondi”, spiega la coordinatrice, “Comuni e Province hanno bisogno di supporto tecnico costante per aggiornare i dati, accedere ai bandi, progettare, appaltare e controllare gli interventi”.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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