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Manfredi fa il punto sull’Università dopo il DPCM di novembre

Manfredi fa il punto sull’Università dopo il DPCM di novembre

L'ultimo DPCM divide in tre fasce di criticità delle regioni, il ministro Manfredi fa il punto della situazione per gli universitari. In quale zona s

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L’ultimo DPCM divide in tre fasce di criticità delle regioni, il ministro Manfredi fa il punto della situazione per gli universitari.

In quale zona siete capitati? Dopo il varo dell’ultimo DPCM e la divisione delle regioni italiane in diverse fasce di criticità a seconda della situazione dei contagi Covid, nel paese si è scatenato il toto-colore, per capire cosa si può fare e cosa no nella propria zona. Gli universitari in particolare, soprattutto i fuori sede, vorrebbero tanto raccapezzarsi. Per questo, il ministro Gaetano Manfredi ha provato a fare chiarezza in un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos.

Sul fronte delle Università avevamo adottato una modalità legata alla situazione dei territori, già a maggio quando c’è stata la ripartenza. Ora, visto il quadro nazionale, non abbiamo alternative: nelle regioni rosse, cioè quelle a maggior rischio contagi, la didattica universitaria sarà tutta a distanza. Eccezion fatta per le attività obbligatorie che richiedono necessariamente la presenza. Mentre nelle zone gialle o arancioni sarà possibile, compatibilmente con la  situazione locale, fare didattica in presenza anche per le matricole.

Chi studia in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria può dunque mettersi l’anima in pace. Niente lezioni in aula. E se avete già versato la caparra per l’affitto di una stanza, vi dovete mettete d’accordo in qualche modo per farvela restituire. Oppure, prendete alla lettera la battuta che Proietti, nel ruolo di “Mandrake”, in Febbre da Cavallo, rivolse al macellaio “Manzotin”. A proposito, grazie ancora di tutto Gigi.

Tornando al decreto e alle misure adottate per le università, non è comunque detto che chi si trova nelle aree a rischio più basso possa frequentare tranquillamente i corsi. Gli atenei privati, infatti, possono scegliere di non aprire i propri locali e continuare le attività da remoto. E, soprattutto, il fatto che ora ci si trovi in zona gialla o arancione, non esclude che tra pochi giorni si possa cambiare colore.

Il DPCM credo abbia introdotto un principio nuovo e importante: avere un quadro nazionale e avere misure aggiuntive con una differenziazione territoriale a seconda del rischio – ha spiegato Manfredi – Questo principio lo ritengo giusto. Dovremo avere una gestione lunga di questa crisi sanitaria ed è necessario modulare gli interventi, così come ha sempre sostenuto il presidente Conte. Dobbiamo avere una proporzionalità degli interventi“.

Responsabilità

In ogni caso, conclude il ministro, l’efficacia o meno di queste misure, ricade ancora una volta sulla responsabilità dei cittadini:

Sarà importante che i cittadini siano consapevoli e partecipi di questo sforzo, che deve fare il Paese per sconfiggere la pandemia. C’è stato un confronto continuo fra il presidente Conte e i ministri Speranza e Boccia. Chiaramente c’erano opinioni diverse fra le regioni rispetto alle soluzioni prese. Ma credo che alla fine si sia arrivati ad una sintesi positiva rispetto allo scenario che abbiamo davanti. L’auspicio del governo è che, con le misure anti Covid già in atto e quelle che abbiamo inserito nel Dpcm firmato questa notte, raffreddino la curva pandemica. E che ciò consenta quindi di gestire con maggiore serenità i prossimi mesi“.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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