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DaD, ecco chi l’ha immaginata e ora sta rivoluzionando la scuola

DaD, ecco chi l’ha immaginata e ora sta rivoluzionando la scuola

Marco De Rossi è l'uomo che aveva capito le potenzialità della DaD già 16 anni fa. Ha creato lui WeSchool, che oggi sta rivoluzionando la scuola. "La

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Marco De Rossi è l’uomo che aveva capito le potenzialità della DaD già 16 anni fa. Ha creato lui WeSchool, che oggi sta rivoluzionando la scuola.

La didattica a distanza, l’ho inventata io“. Parafrasando Pippo Baudo, ha ben diritto di affermarlo Marco De Rossi, che sulla DaD ha letteralmente anticipato i tempi. E anche di parecchio, visto che portava avanti il sogno di una scuola digitalizzata già dal 2004. YouTube, per intenderci, sarebbe nato solo l’anno dopo. Ma lui, allora quattordicenne, aveva già ideato OilProject, un sito che, con l’ingenuità di un adolescente, proponeva una scuola interattiva, a cui tutti potevano accedere da qualsiasi luogo. “Una scuola che corre alla tua velocità – recitava il manifesto lanciato on line – perché sei tu a decidere di cosa parlare“.

La sua storia la racconta la rivista Forbes. I compagni lo prendevano per pazzo. E gli insegnanti anche. Ma almeno gli mettevano buoni voti. Tranne in ginnastica. Però non è il caso di alimentare stereotipi sugli appassionati di informatica. Marco era un visionario. Immaginava che si potesse studiare su un telefono prima ancora che Steve Jobs inventasse l’iPhone.

Eppure la sua idea stava funzionando. I professori si lamentavano del fatto che usciva troppo spesso dall’aula per rispondere a delle chiamate di lavoro. OilProject raggiunse velocemente il milione di studenti e pian piano prendeva forma il passo successivo: WeSchool. “Quando nel 2016 raccontavo di voler fare una piattaforma che girasse su smartphone – ha rivelato – tutti mi dicevano che ero pazzo, perché lo smartphone a scuola è vietato. E invece, anche prima del Covid, il 45% degli accessi erano fatti da una classe“.

Questa app sta letteralmente rivoluzionando il mondo della scuola in Italia. È l’unica prodotta nel nostro paese tra quelle suggerite dal Ministero dell’Istruzione per la didattica a distanza e viene utilizzata su diversi dispositivi da 1,1 milioni di studenti e docenti al giorno. Ma l’idea di Marco non è quella di sostituire la scuola in presenza con la DaD. Al contrario, secondo lui “il digitale va miscelato con l’esperienza fisica“, perché “la vera innovazione non è nelle tecnologie utilizzate ma nella metodologia di insegnamento e con WeSchool lavoreremo per accompagnare i docenti in questo percorso“. In cantiere ci sono già corsi strutturati appositamente per loro. E l’intenzione per il futuro è di aprire anche agli universitari.

L’unica cosa che, confessa, non aveva previsto, è che la diffusione sarebbe avvenuta così presto su larga scala. L’impronosticabile pandemia dal 27 febbraio ha costretto lui e il suo team a lavorare sette giorni su sette per tenere in piedi la piattaforma. Speravano in un po’ di tregua ora. E invece…

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

 

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