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Scuola, Fioramonti: “Niente più buste alla maturità”

Scuola, Fioramonti: “Niente più buste alla maturità”

Intervistato da Skuola.net il Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha risposto alle domande degli studenti su Maturità, ambiente e futuro. Il

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Intervistato da Skuola.net il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha risposto alle domande degli studenti su Maturità, ambiente e futuro.

Il Ministro della pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti è stato intervistato dal portale Skuola.net. Ha risposto in diretta alle domande che arrivavano dagli studenti tramite social, spiegando, tra le altre cose, le novità per la maturità 2020. Toccati anche i temi ambientali e aspettative per il futuro.

Il titolare del Miur ha detto che c’è bisogno di continuità e stabilità. Ma, al contempo, è necessario uno cambiamento nell’approccio alla scuola da parte delle istituzioni.

Quali novità ci sono in vista per la prossima maturità?

“Di base abbiamo voluto mantenere l’impianto generale, per evitare di ricambiare tutto un’altra volta. Bisogna dare continuità al sistema. Ma ho voluto anche dare ascolto a docenti e studenti. Prima di tutto reinserendo la traccia di storia tra i temi della seconda prova e poi vi annuncio che saranno abolite le buste.

Il materiale sarà lo stesso, ma non vogliamo che l’esame diventi uno stress. Senza trabocchetti, penso che i ragazzi debbano essere messi nelle condizioni di dimostrare quello che sanno.

Non cerco di diventare il ministro più amato. Ho solo ascoltato le istanze ce venivano dai diretti interessati. Con tutti gli addetti ai lavori, abbiamo ritenuto che le buste fossero uno stress inutile per studenti e professori. Per iniziare il colloquio anziché sorteggiare si visioneranno le opzioni a disposizione, i ragazzi sceglieranno e sulla base di quello inizieranno ad esporre la tematica e creare collegamenti.

Le materie usciranno all’inizio del nuovo anno. Ma ripeto, bisogna dare continuità. Gli studenti devono sapere che l’importante è prepararsi, non fare la corsa al massacro. L’esame di maturità deve essere un momento di confronto e valutazione. Ognuno deve sentirsi in grado di poter dare il proprio meglio”.

Quali progetti ci sono per i prossimi anni?

“I prossimi passi che ho in programma rispondono a tre parole d’ordine: sicurezza, innovazione e sostenibilità. Oggi la scuola è insicura per aspettative del futuro e per fragilità delle infrastrutture. Devono invece diventare luoghi per crescere e formare al meglio i cittadini di domani. E per questo l’innovazione è fondamentale. Anche nelle metodologie di insegnamento. Oggi alcune materie sono affrontate ancora con metodi obsoleti.

La sostenibilità riguarda proprio gli studenti per farli diventare la generazione che ci aiuti a costruire un futuro migliore, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Voglio che la scuola che emergerà alla fine di questo percorso sia molto diversa, creata insieme a studenti e insegnanti”.

Molto importante per il ministro Fioramonti è il tema dell’educazione ambientale. Tra le novità in via di introduzione c’è proprio quella di inserire l’insegnamento di questa tematica all’interno dell’educazione civica. Materia quest’ultima che partirà sicuramente dal prossimo anno scolastico

“Ho firmato pochi giorni fa un decreto per avviare la formazione dei docenti, affinché per l’anno prossimo possa iniziare l’insegnamento dell’educazione civica, rimodulata sull’agenda dello sviluppo sostenibile. Oggi un cittadino responsabile deve conoscere la costituzione, ma anche il rispetto dell’ambiente e della società in cui vive. Deve conoscere diritti e doveri anche dal punto di vista delle relazioni interpersonali, interculturali e ambientali. Anche qui ci ricolleghiamo alla sostenibilità di cui parlavo prima. Vorrei improntare i cambiamenti, in linea con le manifestazioni degli studenti degli ultimi mesi. A favore del clima. Come esempio di cittadinanza responsabile e partecipazione”.

Ma questa sarà una materia in più?

“No, sarà una materia nuova, ma non ci sarà un’ora in più. Dove inserirne l’insegnamento dipende poi da che scuola si frequenta. In alcune già si insegna il diritto, l’economia e la costituzione. In altri contesti si può aggiungere alla geografia o alla storia. Bisognerà rimodulare il programma per infilare dentro agli orari anche questo insegnamento. Ma senza aumentare il monte ore totale.

Per favorire la trasversalità della materia, inoltre, vorremo creare anche laboratori tematici di partecipazione. Per permettere ai ragazzi di confrontarsi e condividere i loro argomenti con insegnanti ed esperti. Dipenderà ovviamente anche dall’età, con l’aggiunta via via di elementi più tecnici”.

Tra i temi più che stanno più a cuore al nuovo inquilino del dicastero di viale trastevere c’è quello delle risorse per la scuola.

“Per la formazione degli insegnanti i fondi sono già stati stanziati. Purtroppo per anni la scuola in questo paese è stata considerata una cenerentola. Sono stati disinvestiti soldi sia per le infrastrutture, sia per gli stipendi dei docenti. È il momento di dire basta. Per questo ho chiesto più fondi in legge finanziaria: è necessario tornare ad investire nella scuola perché significa investire sul futuro del paese. Lì ci vanno i nostri figli. Noi adulti non possiamo girarci dall’altra parte.

Ce lo chiedono gli stessi ragazzi scendendo in piazza. Io mi sto impegnando per ottenere il minimo sindacale per tenere alta la linea di galleggiamento. Finché le scuole saranno soffocate, non ci sarà mai un salto di qualità al livello sistemico”.

A margine dell’intervista Fioramonti racconta ai ragazzi che glielo hanno chiesto tramite social nel corso della diretta, alcune curiosità personali della sua vita da studente.

Come è andato il suo esame di maturità?

“Diciamo che è andato molto bene. Di solito mi imbarazza molto parlare di queste cose perché non voglio apparire come quello che si vanta dei propri successi. Ho preso il massimo dei voti, al tempo erano in sessantesimi. Comunque da studente sono stato anche io un battagliero. A scuola facemmo ben tre occupazioni”.

Ha mai copiato?

Spesso ho fatto copiare. Però la cosa che ho fatto di più, che secondo me è anche molto utile è quella di studiare insieme. Mettendo le persone più brave con chi arrancava un po’ alla fine si riesce sempre ad alzare il livello di tutti. Invito tutti a farlo e condividere. Perché spesso uno studente che ha capito qualcosa riesce a spiegarlo ai propri compagni anche meglio dei professori”.

In chiusura il ministro lascia questo messaggio ai giovani:

“Anche se sono stato già molto criticato per aver appoggiato in passato i loro scioperi per il clima, ai ragazzi voglio dire che impegnarsi per realizzare una società migliore è un grande valore costituzionale. Saranno loro a scegliere le modalità più idonee, ma l’importante è impegnarsi e partecipare. Bisogna evitare l’apatia. Gli studenti vogliono essere presenti e pongono argomenti importanti tra le proprie battaglie come l’inclusione sociale, la sostenibilità, il futuro. In questo, la scuola deve essere il laboratorio per creare un mondo migliore. E avere studenti che lottano per questo è un motivo di vanto per il nostro paese”.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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