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Nasce l’inno dei medici italiani: e il testo è di Mogol

Nasce l’inno dei medici italiani: e il testo è di Mogol

Un inno alla vita, sulle note de "il mio canto libero" di Lucio Battisti. Per ricordarci che tutto questo prima o poi cesserà. Bravi medici! Il “mio

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Un inno alla vita, sulle note de “il mio canto libero” di Lucio Battisti. Per ricordarci che tutto questo prima o poi cesserà. Bravi medici!

Il “mio canto libero, sei tu”, cantava Lucio Battisti nel 1972. In questo momento storico, in questi mesi così difficili, ci sentiamo tutto tranne che liberi. Quanti di noi stanno lì alla finestra, con il naso rivolto verso la strada aspettando di poter uscire. E quanti, poi, girano ogni giorno i diversi telegiornali aspettando notizie positive. Oggi vi parlo di una bella iniziativa che vede protagonisti i medici italiani.

È finita, si esce. Non ci sono più contagi. Potete tornare ad abbracciarvi. Speriamo ancora più forte di prima”. Sarebbe bello se qualcuno un giorno apparisse nel televisore, magari Conte stesso, ed urlasse a ciascuno di noi queste parole.

Per adesso così non è, e si deve restare a casa, anche e soprattutto per facilitare il lavoro a coloro che sono in prima linea. Non siamo in guerra, è vero. Chi è a casa, chi rispetta le regole, è al sicuro da questo nemico invisibile. Ma c’è chi in guerra lo è per davvero.

I medici che combattono tutti i giorni in corsia contro fatica, dolore e frustrazione. Vedere ogni giorno entrare più pazienti di quanti ne siano usciti, di quanti siano guariti, deve essere un colpo al cuore durissimo. Ed è per questo che loro, gli stessi medici, ci invitano a chiudere la porta ancora un po’. E questa volta lo fanno con una canzone.

L’inno dei medici urlato da tutta Italia

Pur impegnati in un momento così difficile”, trovate sul sito del Ministero della Salute, “un gruppo di medici da tutta Italia ha voluto trovare il tempo, tra un turno e l’altro, per prendere gli strumenti in mano e rilanciare l’invito ai cittadini a restare a casa. Il testo è stato scritto appositamente per loro dal maestro Giulio Rapetti Mogol”.

E allora ve lo lasciamo qua, così da poterlo apprezzare. Restate a casa, che a tutto il resto ci pensano loro.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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