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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Pellegatta

FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Pellegatta

Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Pellegatta a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singol

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Pellegatta a passare sotto le grinfie della nostra redazione per parlare del nuovo singolo.

Esce lunedì 4 ottobre 2021 per Adesiva Discografica e in distribuzione SELF Sono come suono, il nuovo secondo singolo di Pellegatta (nome d’arte per Manuela Pellegatta). Il brano è un nuovo capitolo che ci avvicina sempre di più alla pubblicazione di un nuovo album: un brano di electro-pop che suona dolce-amaro, per chi non ha timori di suonare sfacciatamente pop e di fare di Sono come suono un vero e proprio manifesto musicale, per chi ha preso qualche chilo e sta attento al colesterolo.

Il singolo, prodotto da Paolo Iafelice – già al lavoro con Fabrizio De André, Ligabue, Fiorella Mannoia – è un brano che rispecchia lo stile semplice e diretto della cantautrice che racconta “sono come suono è la sveglia delle sei, il caffè bollente che ti tiene in pista per quattro anni, un periodo in loop e porte spazio temporali di istanti irripetibili. Il brano è stato registrato in tre momenti differenti, prima durante e dopo un trasloco, l’apri pista dell’album fluorescente. Da maggio 2020, ho deciso di concludere tutte le registrazioni del nuovo album attraverso una collaborazione a distanza insieme al produttore Paolo Iafelice e Sara Velardo alle chitarre, la squadra non si cambia”

Ecco cosa ci ha raccontato!

Di cosa parla il singolo Sono come suono?
Sono come suono è il mio modo bizzarro di abbracciare la chitarra, una chitarra per destri rovesciata senza cambiare le corde. Per me suonare così è naturale e negli anni non so a quante persone ho dovuto spiegare che in fondo è una chitarra ribaltata, ma era un buon modo per iniziare un discorso e conoscere persone curiose come me.

Ti ricordi ancora la prima canzone che hai scritto? Com’era?
Si certo a sedici anni tornavo dall’ Irlanda, avevo addosso tutta l’energia di un viaggio che avrei ricordato per tutta la vita e non riuscivo a dormire in aereo. Mentre tutti erano assopiti ho iniziato a scrivere “Scogliera” ricordando quanto fossero alte le scogliere delle isole Aran. I gabbiani si buttavano giù e poi planare all’ultimo per poi tuffarsi e pescare, un po’ mi ricordava Jonathan Livingston. Mi piacerebbe ritornare in Irlanda con la mia famiglia per la musica, la Guinness e i paesaggi immensi.

Conosci il significato del tuo cognome, e quindi del tuo nome d’arte?
A Milano si dice Pellegat testa mat, per me in realtà ha un significato ben diverso, che riconduce alla leggenda irlandese delle donne Selkie. Secondo la leggenda le Selkie vivono nel mare come animali marini, le foche. Sono in grado di rimuovere il loro manto per assumere sembianze umane. Una leggenda che mi appartiene e spero quando sarò più grande di ritrovare la mia pelle, non ora.

Come nasce la tua collaborazione con Paolo Iafelice?
Nel 2014 ho partecipato a Musicraft a Milano e Paolo era fra i formatori del corso. Durante una sua lezione, ho presentato i miei provini e non andavano benissimo quindi mi ha rimandato a settembre. Dopo l’estate del 2015 ho riportato nuovi provini stravolgendo i testi e le tonalità. Finalmente è partita la collaborazione. Mi piace molto come lavora “IAF” è stata una grande scuola, lo è tuttora. Negli anni abbiamo trovato una perfetta intesa di lavoro a distanza, che ha snellito le procedure di registrazione ed arrangiamento, lasciandomi carta bianca su come realizzare i brani.

Questo è un sito dedicato agli studenti, quindi non possiamo lasciarti andare senza chiederti qualcosa in più sul tuo percorso scolastico?
Ho fatto il liceo Artistico sperimentale e successivamente mi sono iscritta a Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano. Ho lavorato per molti anni nelle biblioteche della Statale e la cosa più bella era cogliere gli sguardi che si nascondevano dietro i libri. Per una come me gli esami non erano per niente facili ma ho concluso il mio percorso magistrale e tuttora mi piacerebbe riprendere a studiare tutela della privacy.

#FacceCaso

Di Giorgia Groccia

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