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Maturità 2020, c’è ancora l’incognita presidenti di commissione

Maturità 2020, c’è ancora l’incognita presidenti di commissione

L'esame di Maturità 2020 è impellente, ma c'è ancora l'incognita dei presidenti di commissione esterni che il miur non riesce a reperire. Manca meno

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L’esame di Maturità 2020 è impellente, ma c’è ancora l’incognita dei presidenti di commissione esterni che il miur non riesce a reperire.

Manca meno di un mese alla Maturità 2020. Edizione già consegnata alla storia per l’unicità ed eccezionalità dovuta alla pandemia che, oltre ai tragici danni già creati, sta rendendo problematica anche un’altra questione. La ricerca dei presidenti di commissione. Da diverse settimane infatti il MIUR sta avendo difficoltà nel reperirli. Molti infatti manifestano ritrosie ad accettare l’incarico per la paura del Coronavirus.

Di certo questa situazione non metterà a repentaglio lo svolgimento dell’esame stesso. Ma se non si dovesse trovare una soluzione è possibile che oltre all’intera commissione esaminatrice composta di membri interni, i maturandi possano ritrovarsi interno anche il presidente.

Come noto, l’esame sarà solo orale. Il protocollo di sicurezza approntato per lo svolgimento prevede la presenza fisica dell’esaminando difronte alla commissione. Dovranno essere rispettate le distanze di sicurezza, anche tra gli stessi esaminatori, e sarà consentito un limitatissimo accesso di persone per assistervi. L’unica cosa che ancora manca, appunto, sono i presidenti. Dal provveditorato agli studi in questi giorni stanno partendo e-mail e telefonate a raffica. Il tempo stringe e il fatto che molti insegnanti abilitati a ricoprire il ruolo debbano rinunciare perché anche loro impegnati come membri interni, non facilita affatto la ricerca.

L’altra questione fondamentale infatti è proprio questa. Oltre a quelli che non vogliono rischiare il contagio, ci sono anche coloro che non possono fisicamente essere membri di due commissioni diverse. Un problema, questo della mancanza del dono dell’ubiquità, che evidentemente era stata sottovalutato da chi di dovere. Ora per cercare di porre rimedio si stanno addirittura richiamando alcuni professori in pensione. E nel caso non fossero comunque sufficienti è già pronto un piano di abilitazione straordinaria per quegli insegnanti che abbiano almeno 10 anni di carriera alle spalle.

Stando ai dati del ministero, le regioni più in difficoltà sono la Lombardia, con ben 770 assenti (270 solo a Milano), la Toscana, con 150, e il Piemonte, con 144. L’extrema ratio, prima di una nomina interna, sarebbe quella di allungare le tempistiche degli esami e affidare a uno stesso presidente più commissioni, con conseguente, inevitabile, aggravio di lavoro.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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