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#Blacklivesmatter vs Simpson: basta doppiatori  bianchi per personaggi neri

#Blacklivesmatter vs Simpson: basta doppiatori bianchi per personaggi neri

L'onda del #Blacklivesmatter travolge anche i Simpson: non ci saranno più doppiatori bianchi per dare la voce ai personaggi neri della serie. La scia

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L’onda del #Blacklivesmatter travolge anche i Simpson: non ci saranno più doppiatori bianchi per dare la voce ai personaggi neri della serie.

La scia di reazioni all’ondata di protesta del #Blacklivesmatter non risparmia nemmeno i cartoni animati. Negli Stati Uniti la produzione della celeberrima serie dei Simpson ha annunciato che non userà doppiatori bianchi per dare voce ai personaggi neri. Il pubblico statunitense si dovrà perciò preparare a sentire l’agente Lou, il droghiere Apu, l’uomo ape e Carl, collega e compagno di bevute di Homer, con nuove voci.

I 4 personaggi, infatti, hanno tutti alle spalle un interprete che non rispecchia la radice etnica pensata per loro dal disegnatore Matt Groening. E in questo periodo caratterizzato dall’iconoclastia verso qualunque forma, anche presunta, di supremazia dei bianchi, è apparso opportuno porre rimedio.

Per la verità da anni esistono pressioni pubbliche, in particolare sul personaggio indiano che gestisce il drugstore. Da molti è considerato solo uno stereotipo negativo, ormai lontano dall’intento originario di evidenziare gli aspetti negativi del tentativo di integrazione tra immigrati e americani. Dove, appunto, il comportamento dello straniero si livella verso il basso, allineandosi a tutti i peggiori difetti della società di cui è entrato a far parte. I Simpson in questo senso sono stati una pietra miliare della satira sociale. Un’iconica messa in ridicolo di tutte le storture comportamentali, morali, politiche e sociali che contraddistinguono la società americana. E i messaggi trasmessi al pubblico, in oltre 30 anni di messa in onda, sono man mano evoluti.

Contraddizioni

Chissà se in futuri episodi si arriverà allora a parlare anche di come una battaglia per la parità di diritti tra bianchi e neri e contro l’eccessiva violenza della polizia verso gli afroamericani si sia trasformata in una caccia alle streghe.

Perché è difficile credere che la situazione delle minoranze etniche negli USA possa migliorare cambiando il doppiatore di un cartone animato. Il tutto tralasciando il fatto che ora quella persona si ritrova senza lavoro. Nemmeno fosse colpa sua che alcuni poliziotti abusano del loro potere. Purtroppo per lui e per i suoi colleghi l’eco mediatica della protesta, pur nata da radici e da principi sacrosanti, ma degenerata in battaglia ideologica e per questo strumentalizzata, non lascia spazio al dibattito nel merito delle singole questioni. Il tutto è ridotto alla lotta tra “buoni” e “cattivi”. E la corsa a schierarsi con i primi non guarda in faccia a nessuno.

Il risultato è che seguendo questa logica prima o poi si arriverà (o sarebbe meglio dire tornerà) ad autentiche segregazioni. Restando nell’ambito del doppiaggio, ci saranno personaggi riservati ai bianchi e altri riservati solo ai neri. E avranno vinto ancora i “cattivi”.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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