Il viceministro della salute Pierpaolo Sileri propone di inseririe l'app "Immuni" nel protocollo per il rientro a scuola di insegnanti e studenti. Ri
Il viceministro della salute Pierpaolo Sileri propone di inseririe l’app “Immuni” nel protocollo per il rientro a scuola di insegnanti e studenti.
Riciclata. Come una cosa non più utile, da smaltire. Sembra questo il destino dell’app “Immuni“, dimostratasi un autentico flop rispetto agli intenti e alle previsioni. Avrebbe dovuto scaricarla almeno il 60% della popolazione per funzionare concretamente e aiutare il contenimento della diffusione di Covid-19. Cifra neanche lontanamente avvicinata. Appena 5 milioni di persone l’hanno installata sul proprio telefono. Ma ora potrebbe esserci una nuova vita per questo strumento.
Il viceministro della salute Pierpaolo Sileri pensa che sarebbe utile inserirla nei protocolli operativi per la ripresa delle attività. In particolare in quello per il rientro a scuola.
Secondo l’esponente di governo, il fallimento di “Immuni” è da attribuirsi ai giovani, che non l’hanno scaricata quasi per niente. Complici i molti pregiudizi e una comunicazione non particolarmente efficace, non sembra proprio che il resto della popolazione si sia comportato meglio di tanti ragazzi. Questi ultimi però dovrebbero in teoria avere più dimestichezza con le app. In realtà non ci sono dati ufficiali riguardo le fasce d’età di utilizzo, ma, a quanto pare, si dava per scontato che le nuove generazioni e i millenial dovessero contribuire di più.
“Avrebbe potuto aiutare a contenere l’ondata di contagi di quest’estate, ma c’è stato molto pregiudizio – ha dichiarato Sileri – Ora sarebbe utile inserirla nei protocolli operativi, come quello per il rientro a scuola, anche perché altri sistemi, come i fogli di carta dove segnare i propri dati, non sempre funzionano“. Dunque il dispositivo potrebbe inaspettatamente tornare in auge. Magari con l’obbligatorietà imposta a insegnati e studenti.
Per ora, comunque, non risultano ancora proposte ufficiali in questo senso. C’è, per altro, un particolare da considerare. Le scuole ricominciano tra due settimane. Si discute da mesi, senza riuscire a venirne a capo, di banchi, mascherine e gestione degli eventuali casi positivi in classe. Difficile credere che aggiungere ora un ennesimo punto di possibile frizione a un dibattito politico e istituzionale quantomai aspro, possa aiutare a migliorare le cose.
Insomma, a ben vedere, nel caso di questa app, il riciclo non sembra proprio il miglior modo di ridarle credibilità.
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