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Blackface, un problema ignorato in Italia? Cerchiamo di FacceCaso

Blackface, un problema ignorato in Italia? Cerchiamo di FacceCaso

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Stilizzazione, residui della colonizzazione, scaturisce numerosissime critiche quando la si utilizza, controversa, ma cosa si cela dietro la parola Blackface?

La blackface nasce nel 1800 come pratica nel mondo teatrale e consiste nel dipingere il volto di una persona dalla carnagione bianca, completamente di nero, facendo risultare il trucco prepotente, irreale e quasi ridicolo. Tutto ciò per ovviare all’assenza di attori neri e per stereotipare e schernire gli stessi, attraverso delle interpretazioni buffe e ridicolizzanti in un contesto di supremazia bianca.

Solo negli anni ’60, grazie all’attivista e politico Martin Luther King, venne affrontato l’argomento denunciato ufficialmente come “immorale ed illegittimo” durante il “Movimento per i diritti civili Afroamericani” negli USA.

In Italia, invece, essendo un paese che solo adesso sta imparando convivere con una realtà che include gente dal colore della pelle differente, quest’argomento non è mai stato trattato a sufficienza, tanto da ritrovare in televisione, spesso e volentieri, grottesche caricature con la presenza della blackface.

Secondo questi risvolti, negli anni precedenti, questa tipologia di make-up è stata utilizzata come simbolo antirazzista, ad esempio nel caso di Gino Sorbillo, il pizzaiolo napoletano che per solidarietà del difensore del Napoli, denigrato dai cori poiché nero, si vece fotografare con il volto dipinto ed un cartello con scritto: “Siamo tutti Koulibaly”.

Ma siamo sicuri che questa interpretazione benevola parte sia stata decisa da gente che soffre ancora oggi di continue discriminazioni?

Difatti, un avvenimento che ha recentemente infuocato l’ira sul web è scaturito dal ministro Luigi Di Maio, il quale, fotografato durante l’incontro alla Farnesina con il ministro cinese degli esteri Wang Yi, appare molto scuro in volto per la sua abbronzatura e per questo è stato oggetto di molti fotomontaggi di cui uno ha dato il via allo scandalo.

Egli ha postato nuovamente un’immagine tratta dal film “Totòtruffa” in cui, al posto del volto dell’attore bianco che fiancheggiava Toto’ nell’interpretazione di due uomini neri attraverso la blackface, vi è stato collocato il suo volto, così è ricorso all’autoironia.

Il Ministro, così facendo, ha ricevuto sia complimenti per la propria capacità di scherno, sia critiche per la mancanza di tatto sull’argomento, poiché, data la sua visibilità, egli non possa permettersi di mandare certi messaggi.

Che poi errare sia umano, non c’è dubbio, ma sarà per questo che ha cancellato il post? O perché anche dal “The New York Times” sono arrivate critiche?

#FacceCaso

Di Alessia Sarrica

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