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Leyla si sente talmente viva da raccontarsi al 100% nel suo primo album

Leyla si sente talmente viva da raccontarsi al 100% nel suo primo album

È uscito lo scorso venerdì 16 ottobre ed è il frutto di mesi di lavoro e racconti di sè: ecco "Viva", il primo album di Leyla pubblicato per Honiro Ro

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È uscito lo scorso venerdì 16 ottobre ed è il frutto di mesi di lavoro e racconti di sè: ecco “Viva”, il primo album di Leyla pubblicato per Honiro Rookies.

Leyla, rapper romana classe ’99, ha pubblicato lo scorso venerdì 16 ottobre, il suo album di debutto “VIVA”, per Honiro Rookies.

In “VIVA” emerge una Leyla matura e consapevole, sempre fedele a sé stessa, mostrando i suoi lati personali, aggressiva e romantica ma sempre sganciata da troppi stereotipi.

Leyla racconta così il suo album “VIVA”:

«“VIVA” nasce dalla necessità di raccontarmi a 360 gradi. Il filo rosso che unisce ogni brano sono io, é ogni mia piccola sfaccettatura. Ho deciso di non soffermarmi su un solo tema, come di non incastrarmi in un’unica sonorità. Ci sono brani che strizzano l’occhio al rock, altri prettamente trap, altri ancora in cui mi sono divertita a giocare con la voce, senza per forza rinchiudermi nel mio genere di partenza.

Ho deciso di parlare di me come donna, come figlia e come artista, sviscerando i problemi che mi tenevo dentro, per cercare di superarli. È stato un lavoro catartico, mi sono liberata aprendomi a me stessa.

I produttori che mi hanno accompagnata in questo viaggio sono tutti artisti che stimo immensamente, sia dal punto di vista professionale che personale.

Al mio fianco nelle collaborazioni ho portato un caro amico, Sciabola, e il mio ragazzo, Derua, il che credo dia un tocco ancora più personale al disco.

In “Parabellum” volevo un testo che rispecchiasse a pieno la fatica e il sacrificio che dobbiamo essere pronti a fare quando decidiamo d’intraprendere la strada artistica”. Insomma, la vita dell’artista non è facile ed è dedita alla sofferenza: da qui nasce il paragone con la guerra (si vis pacem, para bellum).

“Fame” è un brano dal percorso particolare . Nasce su una base assolutamente trap, ma soprattutto nasce come Intro, doveva durare non più di un minuto, poi è successa la magia: sono sempre stata un’appassionata di musica e ho sempre variato tra tanti generi diversi. Il Rock rappresentava appieno il mio stato d’animo del periodo in cui ho scritto il pezzo e per questo ho deciso di unire i due generi, contaminarli quanto più possibile.

“Alberto Sordi” è il mio primo singolo da solista, lo definirei “sfrontato e irriverente”, un po’ come me, mi rispecchia molto; c’è dentro tutta la voglia di arrivare lontano in sella ad un sogno e ci sono dentro anch’io, la parte più ironica e forte di me.

Nel testo mi sono mossa tra auto celebrazione e polemica pur senza nascondere un pizzico di malessere interiore, altra parte di me a cui non posso rinunciare.

Con ‘Dirty Dancing’ volevo esprimere il concetto di ‘Empowerment’, per lo meno per ciò che riguarda la mia esperienza personale. C’è molto femminismo nella mia musica, in generale, ma in DD ho voluto incentrare tutto su questo, sul non essere da meno, sul non dover dipendere da un uomo. Il parallelismo con la frase del film mi sembrava azzeccatissimo: ‘ nessuno può mettere Baby in un angolo ‘, vorrei che questo valesse per tutte le bambine, ragazze e donne lì fuori.

Le sonorità che abbiamo sperimentato sono particolari, distanti dal rap, ma anche dal pop. Ho spinto affinché Rambla ci mettesse del suo, ed essendo un trombettista non avrebbe potuto immaginare idea migliore di mettere proprio la sua tromba nell’outro, mi ha catturata sin da principio.

Quando ho scritto “4xV” ero fuori di me. Avevo una rabbia dentro che sembrava montare ogni giorno di più e che solo la scrittura mi ha aiutata ad assopire. Nel testo cito mio padre, il suo volermi più ‘cantante’ e non è un aneddoto inventato, è la realtà quotidiana delle nostre discussioni. In tanti mi hanno detto che fare Rap non mi si addiceva, non perché non fossi in grado, molto più semplicemente per il mio sesso. Ho voluto dimostrare quanto sia falso questo concetto e quanto questi commenti non mi avrebbero fermata, al costo di ‘killarne quattro per volta’.

“Soli” è uno dei pochissimi brani d’amore scritti in vita mia. Non è stato facile, si è trattato di riscoprire vecchie ferite e accarezzarle un’altra volta, con una nuova consapevolezza.

Dr. Cream è stato eccezionale, ha saputo trattare il brano con la delicatezza che gli spettava, è un brano dolce e amaro al tempo stesso, proprio come il sapore che lascia in bocca il pensiero di una storia passata.

“Quanto Costa” è un brano a cui sono molto legata, in primis perché mi piace definirlo ‘familiare’: nella seconda strofa ho preteso la presenza di DeRua, con cui ho iniziato il mio percorso musicale nei ‘The Line Punch’ e con cui condivido gran parte della mia vita, essendo il mio fidanzato, mentre le voci dei cori dell’ outro sono dei miei nipotini. E’ un pezzo amaro, in cui ho scoperto i ‘bassi’ dell’essere artista, la difficoltà che sta dietro al farsi comprendere, le volte in cui è così facile buttarsi giù. I cori finali possono suonare molto melanconici, ma per me rappresentano la possibilità di un domani migliore, i bambini hanno questa capacità unica di farci vivere ogni cosa in modo diverso, sanno farci vedere la vita sotto un’altra prospettiva.

Con “Rapide” abbiamo fatto un vero esperimento, per la prima volta sia io che Rambla e Sciabola ci siamo avvicinati ad un sound più Tech House, pur rimanendo fedeli al mondo rap. Il testo parte con una sorta d’invettiva contro la società odierna, che ci vuole plasmati tutti allo stesso modo, annienta le differenze tra di noi, come se fossero il male supremo, mentre potrebbero essere una risorsa importantissima se valorizzate al meglio. Dopodiché ci si sposta sull’artista, cosa significa esserlo e quali sono i sacrifici che si deve essere pronti a fare e che spesso vengono dati per scontati. Sciabola e Rambla hanno saputo aggiungere quel tocco in più che, a parer mio, ha reso questo uno dei brani più belli dell’album.

“Kaboom” è nata molto tempo fa, prima ancora di iniziare a pensare al progetto di VIVA come tale. Eravamo al ritiro di Honiro, da cui poi sono usciti i brani di Disco1. Ha preso vita con una semplicità spaventosa, ho registrato le voci sul metronomo e Matteo Costanzo mi è venuto dietro costruendo una base da urlo, con una precisione unica. E’ un brano dal sound afro-trap, quindi molto ritmato, fondamentalmente auto celebrativo, ma in cui non mancano frecciatine contro ‘i giorni d’oggi’.

Quando ho scritto “4xV” ero fuori di me. Avevo una rabbia dentro che sembrava montare ogni giorno di più e che solo la scrittura mi ha aiutata ad assopire. Nel testo cito mio padre, il suo volermi più ‘cantante’ e non è un aneddoto inventato, è la realtà quotidiana delle nostre discussioni. In tanti mi hanno detto che fare Rap non mi si addiceva, non perché non fossi in grado, molto più semplicemente per il mio sesso. Ho voluto dimostrare quanto sia falso questo concetto e quanto questi commenti non mi avrebbero fermata, al costo di ‘killarne” quattro per volta’.

In ‘Ventiquattr’ore’ ho deciso di affrontare la tematica dei social. Quando l’ho scritta non sopportavo più quella patina di perfezione dietro alla quale ci nascondiamo quando siamo su Instagram o Tik-Tok, avevo bisogno di autenticità. Scrivendo il ritornello avevo in mente un’immagine precisa: i concerti, quelli passati a riprendere ogni secondo della performance con il telefono, io ne ho vissuti tanti così e mi sono sempre odiata per averlo fatto, una volta tornata a casa. Stavo costruendo un’esperienza per le mie storie, ma non per la mia storia.

Grazie a “2ME” il brano ha subito un vero e proprio capovolgimento, inizialmente il sound era molto distante da quello del resto del disco, quasi più Blues. Il risultato finale è tutta un’altra storia.

Ho voluto lasciare “VIVA” per ultima, nonostante sia la title track, per un motivo ben preciso: Viva è l’epilogo di questo viaggio.

Sono viva proprio grazie a questo disco, alla fatica fatta, alla costante voglia di dimostrare le mie capacità. La mia prima chance, la mia prima possibilità. “VIVA” sono io, i miei incubi e le mie paure più nascoste e al tempo stesso la voglia inarrestabile di potermi guardare allo specchio e dire ‘ce l’ho fatta’.

Il beat, curato da 2ME rispecchia a pieno quest’idea, l’apertura contenuta, quasi sussurrata, seguita dal montare progressivo della rabbia, fino allo sfogo finale: sono qui e sono inarrestabile, sono VIVA ».

Tracklist “VIVA” :

1. Parabellum (prod. Rambla)

2. Fame (prod. Matteo Costanzo)

3. Alberto Sordi (prod. Rambla)

4. Dirty Dancing (prod. Rambla)

5. 4xV (prod. Rambla)

6. Soli (prod. Dr.Cream)

7. Quanto Costa ft. Derua (prod. 2ME)

8. Rapide ft. Sciabola (prod. Rambla)

9. Kaboom (prod. Matteo Costanzo)

10. Ventiquattr’ore (prod. 2ME)

11. VIVA (prod. 2ME)

Chi è Leyla

Eleonora La Monica, in arte LEYLA, rapper romana classe ‘99, Nel 2016 inizia un percorso nella musica da solista che la porterà, dopo pochi mesi a conoscere DeRua, artista con il quale, nel luglio del 2017, dà vita ad un nuovo progetto musicale con il duo The Line Punch, a cui fa seguito il primo EP del duo pubblicato nel 2018. Successivamente riprende la carriera da solista, pubblicando per l’etichetta Honiro Ent.

Leyla ad ’Aprile 2019 pubblica per Honiro Ent il singolo d’esordio “Alberto Sordi”, e successivamente, esce con il brano “Casinò” e poi con “Fame”. su tutte le piattaforme digitali, streaming e in rotazione radiofonica E’ stata anche una dei sette protagonisti dell’EP “Disco 1“ dove, sei artisti e un produttore si sono “rinchiusi” nella stessa casa per otto giorni, con l’unico obiettivo di fare musica; in “Disco 1” sono due le canzoni in cui è coinvolta, la prima è “Arrivista” con Cannella, Matteo Alieno e Francesco Morrone, la seconda è “Lame affilate” con Grein. L’11 Settembre 2020 è uscito il singolo “Parabellum”.

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