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Il senso di colpa. Ma in che senso? Non ha senso, specie in tempo di Covid!

Il senso di colpa. Ma in che senso? Non ha senso, specie in tempo di Covid!

Coinvolgendo la maggior parte dei positivi al Covid-19, il senso di colpa si è aggiunto a complicare psicologicamente una situazione già tragica. Tra

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Coinvolgendo la maggior parte dei positivi al Covid-19, il senso di colpa si è aggiunto a complicare psicologicamente una situazione già tragica. Tra video di lacrime e tristezza, vediamo in che modo ci può travolgere.

“Stiamo vivendo una situazione in costante divenire” – scrive la dottoressa Minacapelli, psicologa e psicoterapeuta – “dove la quotidianità che prima ci dava certezza, ora diventa instabile”. In aggiunta a ciò, il tasso di positività aumenta e si trascina dietro un nuovo sintomo: il senso di colpa.

A documentare questa nuova conseguenza anche moltissimi video di VIP, ultimo tra tutti quello della nuotatrice Federica Pellegrini che, tra lacrime di vulnerabilità appena asciugate, decide di sfogarsi con noi sui social. Al di là degli impegni ai quali si è costretti a rinunciare e alla paura delle probabili conseguenze che si possono manifestare, a farsi avanti c’è proprio questo fastidioso senso di colpa che si nutre nei confronti degli altri. Per gli asintomatici è ancora peggio: loro addirittura agiscono in maniera inconsapevole e così il giudizio assume dimensioni ancora più catastrofiche.

Si sente il bisogno di giustificarsi e di chiedere scusa, come se non si fosse fatto abbastanza. Ed è così che si avvia il processo delle emozioni, strettamente legate alla moralità, in cui gli esperti hanno voluto evidenziare una differenziazione netta tra il senso di colpa e la colpa in sé: se quest’ultima si manifesta come stadio finale e immutabile, al contrario, il senso di colpa assume una sorta di forma anticipatoria, che però può sfociare in vera colpa.

In ogni caso, se positivi, si aggiunge anche un quid di vergogna in cui, oltre a passare per untori, si corre il rischio di preoccuparci di tutto quello che penseranno gli altri. Con questo si vuole ricordare che tra l’insolente menefreghismo e l’autoflagellazione psicologica, fortunatamente, esiste una via di mezzo!

In più, superando questa sorta di giudizio sociale che non ha motivo di essere, è utile sottolineare che il rischio zero non esiste! Ma le precauzioni sì. Quindi meno mea culpa e più mascherine sul volto.
D’altronde non è colpa di nessuno, per l’appunto.

#FacceCaso

Di Eleonora Santini

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