Moltissimi i posti di lavoro persi a causa del Covid. E indovinate un po' quale è la categoria maggiormente colpita? Esatto, sempre loro. Il Covid ha
Moltissimi i posti di lavoro persi a causa del Covid. E indovinate un po’ quale è la categoria maggiormente colpita? Esatto, sempre loro.
Il Covid ha fatto danni all’economia mondiale per miliardi di dollari. Ha distrutto, raso al suolo, diversi sistemi economici, che prima della pandemia si reggevano per miracolo. Ha mostrato a tutti cosa vuol dire non programmare (vedi ad es. i tagli alla Sanità fatti nei vari anni dai vari governi), cosa vuol dire essere statici, immobili.
Ha sollevato, con neanche molta gentilezza, il “velo di Maya” che ottundeva la vista di governi e sistemi. E immaginate un po’, provate ad indovinare chi sono i più colpiti da questa crisi? Se avete risposto “i giovani”, avete detto bene.
I più colpiti dalla crisi post-Covid sono i giovani
Secondo l’ultimo Rapporto sul Lavoro, redatto dalla Commissione europea, sarebbero proprio i più giovani, quelli maggiormente colpiti dalla mancata programmazione economica pre-Covid.
Se leggiamo il rapporto, infatti, troveremo: “la crisi del Covid-19 ha interrotto un trend positivo di 6 anni sul mercato del lavoro. Prima che arrivasse, l’Ue stava vivendo una crescita dell’occupazione costante ma in decelerazione”.
E a sentire il commissario Ue Nicolas Schmit, la decelerazione sarebbe ricaduta proprio su “I giovani”, i quali “sono i più colpiti. 5,4 milioni di giovani cercano lavoro nell’Ue, con un tasso di disoccupazione in crescita dal 14,6% a marzo al 17,1% a settembre”.
“La crisi”, dice il rapporto, “ha portato un sostanziale aumento dei Neet”. Ossia i “Not in Education, Employment, or Training”. Per essere chiari, chi non studia né lavora.
“Dobbiamo concentrare i nostri sforzi su competenze e formazione per adattarsi al mercato del lavoro post-Covid-19. È fondamentale che in una crisi vengano aiutati i più vulnerabili della società e che venga posta un’enfasi maggiore nella lotta alla povertà, all’esclusione e alle disuguaglianze”.
E voi, cosa ne pensate? Siete tra coloro che credono nel futuro, o vi guardate nelle tasche e trovate le mosche?
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