Tempo di lettura: 2 Minuti

Animal Crossing e i nuovi (pazzeschi) orizzonti dell’università

Animal Crossing e i nuovi (pazzeschi) orizzonti dell’università

L’Università degli Studi di Macerata sbarca all’interno di Animal Crossing - uno dei videogiochi più in voga del momento - con una nuova “Inclusione 3

Groover, FacceCantà: ecco “Fatti d’aria”, il nuovo singolo di Numb
Dogalize: il social network che dona cibo agli animali abbandonati
Giovany della Sapienza, l’Università vi fa il tampone gratis!

L’Università degli Studi di Macerata sbarca all’interno di Animal Crossing – uno dei videogiochi più in voga del momento – con una nuova “Inclusione 3.0” come risposta alle lezioni a distanza.

Un’università marchigiana all’interno di un video gioco. Sì, è successo (anche se virtualmente) con l’ateneo UniMC di Macerata, che ha deciso di proiettarsi su Animal Crossing.

Ma andiamo con ordine: perché tutti amano questa comunità interattiva? Animal Crossing è una serie di videogiochi life simulator (ovvero simulatori di vita) targato Nintendo che è stato in grado di attirare milioni di utenti. Complice lo scopo del gioco, quello di avere la possibilità di creare interazioni all’interno di questa second life, un vero e proprio nascondiglio virtuale sullo sfondo di una nostra personalizzazione. In poche parole, costruiamo e (ri)viviamo una virtual life con i nostri avatar.

Il suo exploit si è presentato nei primi mesi di quest’anno che, coincidendo con l’arresto forzato dell’emergenza, è andato oltre i 20 milioni di download. L’Università di Macerata se ne è accorta e nel cuore di un fenomeno di tendenza, prende vita il progetto “Inclusione 3.0” con l’occasione di valorizzare una realtà virtuale affine a quella reale. Si vuole creare un nuovo punto di vista all’interno di questo binomio, fisiologicamente nato e forzatamente imposto, ma dal quale si vogliono trarre tutte le agevolazioni.

L’atollo universitario – addirittura definito come la nuova frontiera accademica – mette a disposizione tutto il necessario in questa comunità virtuale, passando dalle aule alle aree studio, arrivando a zone attive per un’istantanea interazione tra utenti.
Ci troviamo di fronte a un livello super saiyan della DAD (didattica a distanza) in cui l’ateneo, spinto dall’esigenza di rispondere alle necessità degli studenti e di voler “favorire politiche e pratiche inclusive” – come riportato nella presentazione sull’official site “a misura degli studenti con disabilità, nonché per tutta la comunità universitaria”, ha raggiunto questi nuovi orizzonti.

Per il momento non possiamo fare altro che premere Start!

#FacceCaso

Di Eleonora Santini

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0