Il governo francese ha varato una serie di aiuti per gli studenti tra cui un supporto psicologico gratuito: chéque-psy. Il 21 gennaio si è assistito
Il governo francese ha varato una serie di aiuti per gli studenti tra cui un supporto psicologico gratuito: chéque-psy.
Il 21 gennaio si è assistito al discorso del presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, il quale ha introdotto nuove misure per aiutare gli studenti universitari in crisi, come? Tra un chéque-psy e dei buoni pasto.
Ecco le iniziative proposte:
- Possibilità di accedere a due pasti giornalieri a solo €1 anche nei ristoranti universitari;
- Possibilità di ritornare all’università almeno una volta a settimana;
- La creazione di un chéque-psy, ovvero un supporto psicologico o psichiatrico per quegli studenti che sono in una situazione di malessere a causa della crisi del Covid-19.
In particolare, chéque-psy (abbr. fr, chéque-psychologique) corrisponde letteralmente ad un “assegno psicologico”, dunque un assegno che ricoprirebbe un massimo da €30 a €40 per delle sedute, ma a quali condizioni?
Gli studenti che volessero usufruirne devono, innanzitutto, parlare con il proprio medico di base, il quale deciderebbe verso quale esperto specifico indirizzarli: se uno psicologo o uno psichiatra.
Successivamente, viene consegnata una lista allo studente con tutti i nomi degli esperti disponibili, tra i quali può scegliere.
Le prime tre sedute da 45 minuti l’una risultano a carico dello Stato, quindi gratuite, mentre se lo studente volesse continuare il percorso dovrebbe pagare da sé.
Dunque, sorgerebbe spontanea la domanda: dove sta la convenienza?
Difatti, più che un’agevolazione ad un percorso psicologico gratuito per ragazzi, sembra più una mossa per avvicinarli al mondo della terapia.
Probabilmente l’obiettivo è proprio quello di far prendere consapevolezza della necessità di curare il proprio stato mentale, la propria salute psichica, e che spesso risulta più complesso il dover ammettere di aver bisogno di un esperto, piuttosto che l’impegno stesso del recarvisi.
In più, lo studente può decidere se andare di persona o avere una terapia a distanza, il che può risultare anche comodo ed anti-contagio, ma non sarebbe ora di fare delle tariffe più basse per gli studenti in generale?
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